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Milano, protesta degli studenti contro la Dad: “Ascoltate chi vive la scuola”

A Milano, come in altre città d’Italia, proseguono le proteste degli studenti degli istituti superiori contro la didattica a distanza. Oggi, lunedì 11 gennaio, centinaia di giovani si sono ritrovati a Palazzo Lombardia per presentare al Governatore Attilio Fontana un documento in cui spiegano i motivi per i quali è necessario un immediato ritorno a scuola.
A cura di Ilaria Quattrone
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La protesta degli studenti a Milano (Foto: Fanpage.it)
La protesta degli studenti a Milano (Foto: Fanpage.it)

Striscioni, megafoni e cartelli: anche a Milano, come in altre città d'Italia, proseguono le proteste degli studenti degli istituti superiori contro il rinvio della riapertura delle scuole e il proseguimento della didattica a distanza. Nella mattinata di oggi, lunedì 11 gennaio, circa un centinaio di ragazzi hanno manifestato di fronte al palazzo della Regione Lombardia con l'obiettivo di poter consegnare al Governatore Attilio Fontana un documento in cui sono spiegati i motivi per i quali è necessario proseguire l'anno scolastico in presenza.

"Ascoltate chi vive la scuola": le richieste degli studenti

"Ascoltate chi vive la scuola": scrivono in uno striscione. I ragazzi, seduti a terra, hanno dato vita a una assemblea in cui hanno illustrato le loro idee. Per tutti l'obiettivo principale è quello di tornare in presenza: "La didattica a distanza non può essere un'alternativa alla scuola", chiedono a gran voce. Tra i suggerimenti presenti nel loro documento c'è l'istituzione di presidi medici in ogni scuola, il potenziamento del trasporto pubblico, protocolli chiari e più personale scolastico.

Uno degli striscioni della protesta
Uno degli striscioni della protesta

Possibile rinvio del rientro a scuola in presenza

Proprio ieri il presidente Fontana aveva parlato di un nuovo possibile rinvio a causa del peggioramento dei dati e dell'innalzamento dell'indice Rt. Peggioramento che potrebbe portare al passaggio della Lombardia in zona rossa. Inizialmente il 50 per cento dei ragazzi sarebbe dovuto tornare in presenza il 7 gennaio. Ingresso poi posticipato all'11 e nuovamente al 25 gennaio. Secondo Fontana però ci potrebbe essere un ulteriore slittamento: "Avevamo fatto un progetto assolutamente preciso e ben fatto – spiega – ma l'improvviso peggioramento dei numeri ci ha costretto a cambiare opinione".

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