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Milano intitola una piazza a Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia

Milano dedica una piazza nel centro città a Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia ucciso da Cosa nostra a Palermo il 6 gennaio del 1980. A proporre di intitolare una piazza al fratello dell’attuale Presidente della Repubblica è stato l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno. Piazza Piersanti Mattarella si trova in via della Moscova.
A cura di Francesco Loiacono
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Piersanti Mattarella
Piersanti Mattarella

Ci sarà una piazza Piersanti Mattarella a Milano. La giunta comunale, con delibera approvata il 2 aprile e pubblicata ieri sull'Albo pretorio del Comune, ha deciso di intitolare all'ex Presidente della Regione Sicilia nonché fratello dell'attuale Capo dello Stato la piazza compresa tra i civici 26, 26/a e 28 di via della Moscova. Si tratta di un luogo nel centro di Milano, compreso tra l'ospedale Fatebenefratelli e la sede del Comando provinciale dell'Arma dei carabinieri, ritenuto particolarmente adeguato, "anche per la sua centralità, ad attestare la ferma volontà di contrasto a tutte le mafie da parte di questa amministrazione", come si legge nella delibera. Il provvedimento è immediatamente eseguibile. A proporre di intitolare una piazza a Piersanti Mattarella è stato l'assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno, recentemente entrato a far parte della nuova segreteria del Pd targato Enrico Letta come responsabile alla cultura.

Chi era Piersanti Mattarella

Piersanti Mattarella, nato a Castellammare del Golfo il 24 maggio 1935, venne assassinato dalla mafia a Palermo il 6 gennaio 1980. Venne ucciso a colpi di pistola mentre era in auto e si stava recando a messa con moglie e figli. Aveva 54 anni. Il delitto, inizialmente ritenuto anomalo per le modalità e per rivendicazioni poi rivelatesi infondate, venne successivamente riconosciuto come delitto di mafia. Piersanti Mattarella era stato eletto presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978, dopo aver ricoperto per otto anni il ruolo di assessore con delega al Bilancio. Le sue battaglie per la trasparenza, soprattutto sul fronte degli appalti e dell'urbanistica, le sue dure prese di posizione contro Cosa nostra soprattutto dopo l'assassinio di Peppino Impastato e la sua lotta contro la corruzione e la speculazione edilizia lo fecero diventare un personaggio "scomodo" per Cosa nostra, che ne ordinò l'uccisione.

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