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Milano, esplosione palazzina piazzale Libia non è stato un incidente: “Tubo del gas era staccato”

Un tubo del gas staccato dal rubinetto, è questo il risultato dei rilievi effettuati dalla squadra di esperti nell’appartamento teatro dell’esplosione di piazzale Libia a Milano avvenuto lo scorso 12 settembre: secondo gli inquirenti dunque non si è trattato di un incidente ma forse di un tentativo di suicidio da parte del 29enne Adam Serdiuchenko che viveva nel bilocale a piano terra della palazzina e ora ricoverato in fin di vita al Niguarda.
A cura di Chiara Ammendola
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Alcuni frame del video girato subito dopo l'esplosione (Fanpage.it)
Alcuni frame del video girato subito dopo l'esplosione (Fanpage.it)

Per gli investigatori sembra ormai chiaro che la pista dell'incidente sia da escludere: l"esplosione che ha devastato il piano terra della palazzina di piazzale Libia a Milano è stata causata da una forte fuoriuscita di gas ma non si è trattato di una perdita perché il tubo era staccato. Nell'appartamento dove viveva il 29enne di origini ucraine Adam Serdiuchenko che ora si trova ricoverato in fin di vita all'ospedale Niguarda di Milano con ustioni sull'80 per cento del corpo i rilievi effettuati dopo l'incidente hanno confermato il sospetto degli inquirenti.

Il 29enne Adam ricoverato in ospedale in gravi condizioni

Forse un tentativo di suicidio da parte del giovane anche se resta da chiarire, una volta che l'appartamento era ormai saturo di gas, cosa abbia innescato l'esplosione che ha causato il ferimento di dieci persone lo scorso 12 settembre. Erano le 7.15 del mattino quando il boato ha svegliato il cuore di Porta Romana: le urla che provenivano dall'appartamento di Adam registrate da alcuni passanti hanno sconvolto l'intero quartiere. Sul posto sono accorsi soccorritori e vigili del fuoco che hanno lavorato senza sosta per domare le fiamme e permettere al personale medico di prestare le prime cure ai feriti, tra questi il più il grave è risultato essere proprio Adam le cui condizioni sono considerate ancora gravi: non è fuori pericolo e anche se dovesse riprendersi, secondo gli inquirenti, non è certo che possa fornire loro informazioni in tempi brevi.

Si indaga sul passato del giovane di origini ucraine

Per questo le indagini vanno avanti e a fornire gli elementi più utili è stata la squadra composta da tecnici dei vigili del fuoco e quelli di Unireti, la società di servizi per la rete gas, personale della polizia scientifica insieme con l'ingegner Livio Colombo, consulente incaricato dal pm Mauro Clerici che coordina l’inchiesta. Se le manopole dei fornelli della cucina del bilocale dove viveva il 29enne risultavano regolarmente chiuse il tubo del gas non era invece agganciato al rubinetto. Intanto si cerca di ricostruire la vita e il passato di Adam che lavorava come responsabile della sala al Martini Bistrot di corso Venezia 15: sembra che da poco avesse interrotto una burrascosa convivenza con il suo compagno, una storia fatta di liti spesso violente che avevano costretto anche i poliziotti a intervenire in diverse occasioni.

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