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Maratoneta di 18 anni va in ipotermia e il cuore si ferma per 90 minuti: “Era morto, lo abbiamo riportato in vita”

Jiri Marzi era stato soccorso a 2mila metri di quota in stato di ipotermia e da oltre un’ora in arresto cardiaco. “Quando è arrivato in ospedale ha trovato professionisti pronti a trattarlo”, ha spiegato il direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza e Area critica Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dopo sei settimane di ricovero, il 18enne è tornato a scuola.
A cura di Enrico Spaccini
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Jiri Marzi
Jiri Marzi

Per oltre un'ora Jiri Marzi è stato un ragazzo morto: "Cuore fermo, polmoni fermi e temperatura corporea di 21 gradi", ha spiegato Fernando Luca Lorini, direttore del Dipartimento di Emergenza urgenza e Area critica Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il maratoneta comasco di 18 anni, infatti, era andato in arresto cardiocircolatorio a 2mila metri di quota durante la Marathon Trail Lago di Como dello scorso 27 settembre. L'intuizione che gli ha salvato la vita è stata capire che a fermare il battito cardiaco non era stato un trauma esterno, ma proprio l'ipotermia. Una volta arrivato in ospedale, i sanitari avevano iniziato il trattamento Ecmo, ovvero la circolazione extracorporea che sostituisce temporaneamente cuore e polmoni, che ha permesso al suo organismo di riprendersi da una condizione potenzialmente fatale. Dopo giorni di ricovero e riabilitazione, il 18enne è stato dimesso una settimana fa ed è tornato tra i banchi del liceo musicale di Como.

I soccorritori con Jiri Marzi
I soccorritori con Jiri Marzi

L'arresto cardiaco a 2mila metri di quota

Tutto ha avuto iniziato la mattina di sabato 27 settembre a Menaggio. Là c'era la partenza della maratona di 42 chilometri che avrebbe dovuto concludersi nel primo pomeriggio. Le condizioni meteo, però, avevano convinto gli organizzatori a modificare e accorciare il percorso, prevedendo la conclusione della Marathon Trail Lago di Como per le 13:30 circa. Marzi era partito alle 8:30 ed era stato visto per l'ultima volta alle 12:30. Il suo mancato arrivo a uno dei checkpoint fissati lungo il percorso ha fatto scattare l'allarme, con la richiesta immediata di intervento dei soccorsi.

"Quando ho sentito le energie venire meno ero ancora convinto di essere sul percorso giusto e ho pensato: se continuo, se cammino, da qualche parte arriverò, qualche corridore mi raggiungerà e potremo finire la gara insieme", ha raccontato il 18enne di Griante: "Poi però mi sono trovato a un punto in cui mi sono detto che non ce l'avrei fatta. Ero cosciente che la situazione fosse grave. Avevo con me il telefono e l'ho sentito vibrare in qualche momento, ho sentito anche gli elicotteri e mi sono detto: c'è qualcosa che non va. Ma non potevo neanche prendere il cellulare perché le dita erano ghiacciate, e lo stesso le barrette che avevo con me, per il freddo non riuscivo ad aprirle".

Le squadre del Soccorso alpino dedicate alla gara hanno iniziato a battere la zona alle 14:43 e, poco dopo, sono stati coinvolti altri tecnici Cnsas decollati con l'elisoccorso di Como e il Drago dei Vigili del fuoco, dotato di sistema Imsi Catcher per restringere il campo delle ricerche. Marzi era stato individuato alle 18:10, sulla cresta tra il monte Bregagno e il Sasso Bellarona, a circa 2mila metri di quota. All'arrivo del medico rianimatore Gabriele Aletti, il giovane maratoneta era in asistolia e la sua temperatura corporea era scesa a 21 gradi, un quadro compatibile con un arresto cardiocircolatorio in ipotermia prolungata. Una volta stabilizzato, il 18enne è stato trasportato all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è arrivato alle 19:01. Alle 19:20 era già stato iniziato il trattamento Ecmo, quello che ha impedito che morisse.

Il racconto di Jiri Marzi
Il racconto di Jiri Marzi

Il trattamento Ecmo e il ritorno in classe

"Era morto da oltre un'ora, è un morto riportato alla vita", ha raccontato Lorini: "Quando Juri è arrivato ha trovato professionisti pronti a trattarlo. In pochi minuti, 17 nel suo caso, abbiamo avviato la perfusione lenta degli organi". L'ipotermia di Marzi aveva ridotto il suo metabolismo dell'80 per cento, cosa che ha regalato ai medici un margine di intervento più ampio in cui operare. Il percorso in ospedale del 18enne è durato in tutto quasi sei settimane. Per sei giorni è rimasto attaccato all'Ecmo, poi è stato trasferito in Terapia intensiva, poi ancora in reparto e infine ha potuto iniziare la riabilitazione. Una settimana e mezzo fa Marzi è tornato a scuola: "Mi hanno fatto una grande festa e li ringrazio tantissimo, non immaginavo", ha ricordato.

"Il sistema ha funzionato davvero in modo mirabile", ha commentato Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare: "Questa storia rappresenta tutto quello che non solo il sistema del Welfare ma più in generale il sistema istituzionale, della gestione dell'emergenza e dell'urgenza e della Protezione civile possono arrivare a produrre quando, come sempre accade, si gioca di squadra e i giocatori possono essere considerati top player".

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