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Manager violentata in un bar dei Navigli a Milano, confermata la condanna a 3 anni e 7 mesi per un 23enne

La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la condanna a 3 anni e 7 mesi per violenza sessuale di gruppo a carico di un 23enne. Per gli abusi ai danni di una 32enne sono a processo anche due 27enni.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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È stata confermata in Appello la condanna a 3 anni e 7 mesi a carico di un 23enne imputato per la violenza sessuale di gruppo avvenuta ai danni di una 32enne nel marzo 2023. La manager aveva denunciato di essere stata abusata sessualmente all'interno della cantina di un locale in zona Navigli a Milano quando era in stato di ebbrezza. Oltre al 23enne, sono indagati anche due 27enni, titolari del locale, che stanno affrontando il processo con rito ordinario.

La Prima sezione della Corte d'Appello di Milano ha, in sostanza, confermato quanto emerso nel corso delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla pm Alessia Menegazzo e dall'aggiunta Letizia Mannella. Come aveva scritto la gup Sofia Fioretta nella sentenza di primo grado, celebrato con rito abbreviato, "è certo" che nel corso della nottata, la 32enne non era "assolutamente in grado di esprimere un valido consenso", perché "stava molto male a causa dell'alcol ingerito", era in condizioni tali "da non comprendere quello che stava facendo". Al contrario, il 23enne sarebbe stato "pienamente consapevole di tale circostanza".

Quella notte i tre avrebbero approfittato dello stordimento della 32enne, portandola nella cantina del locale e abusando di lei sessualmente. Inoltre, la violenza sarebbe stata anche ripresa in parte con uno smartphone e il video sarebbe stato diffuso. Il giorno seguente, la manager si era risvegliata a casa e, non ricordandosi quanto accaduto ma avvertendo dolori, aveva deciso di farsi visitare alla clinica Mangiagalli. Là venne confermata la violenza e la donna aveva sporto denuncia.

Il 23enne è stato, dunque, condannato in primo grado e in Appello per violenza sessuale di gruppo a 3 anni e 7 mesi di reclusione. È stato, invece, assolto dalle imputazioni di uso indebito della carta di credito della donna e revenge porn. Alla 32enne, assistita come parte civile dall'avvocato Fabrizio Bernardi, è stata già riconosciuta una provvisionale di risarcimento da 10mila euro a carico del condannato.

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