Maltratta una bimba di 7 anni con disabilità: insegnante di sostegno condannata a un anno
È stata condannata a un anno di reclusione, con pena sospesa, l'educatrice di 34 anni accusata di maltrattamenti aggravati a un'alunna affetta da autismo. I giudici del Tribunale di Brescia, presieduto da Roberto Spanò, l'ha assolta da questo capo d'imputazione "perché il fatto non sussiste", ritenendola invece colpevole di lesioni aggravate. I fatti risalgono all'aprile del 2022 e per quegli episodi il pm Alessio Bernardi aveva chiesto una condanna a 5 anni, mentre la difesa l'assoluzione della 34enne.
Le lesioni alla bambina registrate dalle telecamere
Le indagini erano scattate dopo la denuncia presentata dai genitori dell'alunna. Sul corpo della bambina, che all'epoca dei fatti aveva 7 anni, avevano trovato una serie di lividi. Non riuscendo a capire come se li fosse procurati, ne hanno parlato con i carabinieri che hanno poi aperto un fascicolo contro ignoti.
Su disposizione della Procura, gli investigatori hanno piazzato alcune telecamere nascoste nella scuola elementare della Bassa bresciana frequentata dalla piccola. Proprio una di queste, sostiene il pm Bernardi, ha catturato "scatti d'ira e violenti del tutto immotivati" da parte dell'educatrice a cui era stata affidata l'alunna e i filmati registrati il 27 e 28 aprile del 2022 costituivano "la prova regina" di quei comportamenti.
La richiesta di condanna a 5 anni e la tesi della difesa
Durante l'ultima udienza, la 34enne aveva depositato un memoriale nel quale aveva scritto di aver "sempre voluto bene" alla bambina dichiarandosi "innocente, non ho fatto niente di quello di cui vengo accusata". La difesa ha chiesto la sua assoluzione sostenendo che, qualora fosse stata riconosciuta autrice di quelle ferite, mancava l'abitualità della condotta, presupposto indispensabile per il reato di maltrattamenti.
Tuttavia, era stata la stessa bambina a indicare in modo descritto come "spontaneo" su una foto la sua educatrice quale presunta responsabile di "pizzicotti", tirate di capelli e strattoni vari. Così, i giudici l'hanno ritenuta colpevole di lesioni aggravate e hanno stabilito per la vittima un risarcimento di 10mila euro. I genitori, invece, riceveranno 5mila euro a testa.