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Lupo decapitato e appeso a un cartello stradale in Valchiavenna

Sotto la testa mozzata un lenzuolo con la scritta: “I professori parlano, gli ignoranti sparano”. Da tempo gli allevatori della zona lamentano la proliferazione di lupi, che in branco attaccano pecore e bovini al pascolo.
A cura di Francesca Del Boca
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Appesa all'ingresso del paese, come un macabro trofeo. Un monito per chi oltrepassa la frazione di Era, comune di Samolaco, all’imbocco della Valchiavenna (Sondrio). Una testa di lupo mozzata e insanguinata, accanto a un cartello che recita minaccioso: "I professori parlano, gli ignoranti sparano".

La minaccia del lupo

Ma un monito per chi? Cosa significano le parole scritte in nero sul lenzuolo?

Da tempo la piana di Samolaco è attraversata da questi animali predatori, e le segnalazioni si sono moltiplicate. Branchi di lupi che attraversano la strada, mettendo in pericolo gli automobilisti di passaggio, e che di notte fanno razzia di pecore negli ovili. Così come del bestiame al pascolo, che viene spesso aggredito all'improvviso dalle bestie feroci.

Giustizia privata

Il lupo, insomma, da tempo è una seria minaccia per gli animali e gli allevatori della zona. Che hanno così evidentemente deciso di dare un segnale forte, attraverso un atto sanguinoso di giustizia fai-da-te: uccidendo un lupo, e affiggendone la testa in pubblica piazza. Un avvertimento alle autorità, per loro. Uno spettacolo raccapricciante, per gli abitanti della valle.

Vietato uccidere il lupo

Ma più che altro gesto crudele, e sopratutto un reato sanzionato penalmente. Il lupo, infatti, è considerato specie protetta dalla legge: la sua cattura, detenzione e uccisione, anche se a fini di protezione dell'ecosistema e delle altre specie animali, sono illegali. Il suo impatto sul bestiame della zona però è importante, e spesso ha una portata dannosa. Come limitare dunque la proliferazione di questo animale selvatico?

"I professori parlano, gli ignoranti sparano". Davvero sparare è la giusta soluzione?

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