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Luigi Morcaldi confessa il femminicidio dell’ex moglie Luciana Ronchi: “Volevo solo spaventarla con violenza”

Luigi Morcaldi ha confessato l’omicidio dell’ex moglie Luciana Ronchi. L’uomo l’ha aggredita in mezzo alla strada con 14 coltellate. Dopo dieci ore di agonia al Niguarda, Ronchi è morta.
A cura di Matteo Lefons
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"Volevo solo spaventarla con violenza". Così Luigi Morcaldi ha confessato ai Pubblici Ministeri l'omicidio della ex moglie Luciana Ronchi, morta dopo un lungo intervento al Niguarda e dieci ore di agonia. "Non sono andata a cercarla – ha dichiarato l'assassino – lei stava attraversando via Grassini e li non so cosa mi è venuto. Non la volevo di certo ammazzare. Il coltello io lo porto sempre con me, da 30 anni, ho fatto questa cosa qua che non riesco a capire, 14 coltellate, pensavo di averne date massimo tre". Il coltello è stato trovato in un cestino della spazzatura con la punta rovinata a causa della violenza dei colpi.  "Quando l'ho vista non ho capito più niente – ha concluso Morcaldi – ho visto nero; sono un assassino, non può cambiare niente, non avrei voluto incontrarla".

La dinamica della violenza

Ieri mattina, mercoledì 22 ottobre, l'uomo ha accoltellato Ronchi per 14 volte in una strada di Bruzzano, per poi scappare a bordo di uno scooter. Una telecamera ha ripreso tutta l'aggressione. La polizia lo ha rintracciato mentre era al Parco Nord: a tradirlo è stato il cellulare che ha riacceso dopo tante ore. Una volta arrestato, Morcaldi ha detto ai Pubblici Ministeri che potevano dargli direttamente l'ergastolo, ancor prima di processarlo.

Le violenze pregresse

Una tragedia famigliare che non capita all'improvviso. Dopo la fine del matrimonio durato alcuni decenni, Morcaldi non avrebbe mai smesso di perseguitare l'ex moglie, spesso si appostava sotto casa sua per controllare i suoi movimenti. Dalla confessione emerge: "Le davo qualche schiaffo, mai una cosa che ha superato il limite, mai sputato addosso, almeno che mi ricordi, spintoni sì, non ricordo se è mai caduta per terra, mai una cosa che esce del sangue, solo scaramucce, cose normali“. Martedì 21 ottobre, il giorno prima del delitto, alcuni vicini lo avrebbero sentito inveire ad alta voce contro il condominio di Ronchi. Non risultano comunque denunce presentate nei suoi confronti.

La confessione

Adesso è arrivata la confessione. Morcaldi sostiene di aver cercato di spaventarla con violenza, ma quando l'ha colpita si è accanito sul volto provocandogli una profonda ferita sulla guancia sinistra, oltre a quelle su addome e torace. Nella sua macchina è stata trovata una lettera dal titolo "La torta avvelenata" in cui si è scagliato con Ronchi e con il figlio 28enne dei due. Domani mattina, 24 ottobre, l'uomo verrà interrogato dal Gip (Giudice per le indagini preliminari).

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