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Lombardia, l’allerta del M5s: “Sull’operazione Pedemontana la Regione rischia il danno erariale”

L’operazione volta all’aumento di capitale di Autostrada Pedemontana lombarda, fortemente voluta da Regione Lombardia, finisce nel mirino dei Cinque stelle per il costo del pacchetto azionario da acquistare da Banca Intesa: “Regione Lombardia in qualità di ente pubblico ha l’obbligo di acquistare a prezzi di mercato e non in base a ipotetici accordi che possano favorire dei soggetti privati”, denuncia a Fanpage.it il consigliere Marco Fumagalli, che ipotizza un possibile danno erariale con l’operazione.
A cura di Giulio Cavalli
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Un tratto dell'Autostrada Pedemontana
Un tratto dell'Autostrada Pedemontana

Non ci sono solo i vaccini ad agitare il sonno del presidente Fontana e della Giunta lombarda: una fissazione di Fontana rimane l’Autostrada Pedemontana Lombarda che il presidente sogna di completare (avrebbe dovuto essere pronta nel 2015, in occasione di Expo) nonostante i numeri del traffico indichino che le tratte abbiano registrato numeri irrisori (al netto ovviamente del calo su tutte le autostrade nazionali a quasi della pandemia) e nonostante non ci creda nemmeno il Ministero che non l’ha inserita tra le opere infrastrutturali necessarie, pianificate o essenziali da realizzare in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina.

Per dare ossigeno a Pedemontana la Regione ha già deciso un articolato gioco di scatole che prevede che Ferrovie Nord Milano (la società quotata in Borsa che ha Regione Lombardia come socio di maggioranza e che controlla Trenord) assuma il controllo di un’altra società in precedenza controllata dalla Regione (la Milano Serravalle) per sostenere un aumento di capitale di Autostrada Pedemontana Lombarda.

Nel mirino del M5s l'acquisto del pacchetto azionario di Banca Intesa

L’ultimo fatto è accaduto durante la discussione in Commissione regionale Bilancio dove tra le pieghe del progetto di legge "Interventi a sostegno del tessuto economico lombardo" è spuntato un emendamento che prevede l’impiego di 62 milioni di euro per acquistare le azioni che Banca Intesa detiene in Pedemontana. "In un’azienda normale si sarebbe proceduto al rafforzamento del patrimonio netto con un aumento di capitale da parte dei soci e non con una vendita delle azioni – spiega a Fanpage.it il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli, che ha fatto emergere la questione –. Con questa operazione si regalano alle banche 62 milioni con la speranza che poi li possano prestare a Pedemontana immaginiamo con lauti interessi. Intesa è già uscita da Brebemi e non crede più nelle autostrade lombarde: a crederci è rimasta solo la Giunta lombarda".

Ma c’è di più: l’operazione passata a maggioranza in commissione prevede l’acquisto di 62.329 azioni (52.276 di Intesa e 10.053 di UBI) al valore nominale di 1.000 euro ciascuna. Infatti il capitale sociale di Pedemontana è di 300.926.000 euro suddiviso in 300.926 azioni. Nel corso degli esercizi si sono verificate però perdite per 76.862.499 euro che portano il patrimonio netto a  227.768.612 euro. Quindi acquistare le azioni di Intesa (e UBI che nel frattempo è stata acquistata da Intesa) al valore nominale di 62.329.000 euro determina il pagamento di un sovrapprezzo rispetto a quello che è il "valore a patrimonio netto" che porterebbe la valorizzazione del pacchetto azionario a 47.176.348 euro. Normalmente quando si vende un pacchetto azionario si fa una perizia che determina il valore di mercato di quel pacchetto.

Fumagalli (M5s): Regione ha l'obbligo di acquistare a prezzi di mercato

"Ho chiesto di potere accedere alla corrispondenza tra Regione e Banca Intesa che fa riferimento a questa trattativa – dice a Fanpage.it il consigliere Fumagalli – per rendermi conto se siamo di fronte a un’interesse di Regione Lombardia a comprare o se la prima mossa è stata di Intesa per vendere. Il valore di quelle quote ad oggi è di 47 milioni di euro e ho presentato un emendamento che ne fissi ragionevolmente il prezzo. Vedremo cosa accadrà adesso in Aula. Regione Lombardia in qualità di ente pubblico ha l’obbligo di acquistare a prezzi di mercato e non in base a ipotetici accordi che possano favorire dei soggetti privati". E nel caso in cui la maggioranza non accetti di rivedere la cifra? “Questa benevolenza ha un termine che si chiama danno erariale. Vedremo come reagiranno le autorità preposte a tali controlli a questa attenzione della Regione verso le banche”, ci dice Fumagalli. Ed è già pronto l’esposto per chiedere alla Corte dei Conti di indagare.

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