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Febbre Dengue

L’infettivologo Antinori spiega a Fanpage.it quando sarà utile il vaccino contro la febbre Dengue

I dati dei contagi da febbre Dengue proseguono la propria corsa con 21 nuovi casi registrati in una sola settimana in Lombardia. Il prof. Spinello Antinori, direttore di Malattie infettive 3 all’ospedale Sacco di Milano spiega a Fanpage.it cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime settimane e anticipa l’arrivo di un vaccino.
Intervista a Prof. Spinello Antinori
Direttore del reparto di Malattie infettive 3 all'ospedale Sacco di Milano e professore ordinario di Malattie infettive all'Università degli Studi di Milano
A cura di Fabio Pellaco
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"Ci saranno ancora dei casi, quindi ci vuole attenzione al riconoscimento precoce e alle misure di prevenzione". Il professor Spinello Antinori, direttore del reparto di Malattie infettive 3 all'ospedale Sacco di Milano e ordinario di Malattie infettive all'Università degli Studi di Milano, commenta insieme a Fanpage.it l'aumento dei casi di febbre Dengue in Lombardia. È la prima regione d'Italia per numero di contagi e in una sola settimana i pazienti sono aumentati di 21 unità. Tra le misure preventive è previsto l'arrivo di un vaccino per ridurre le possibilità di essere contagiati all'estero.

Professore, come si spiega l'incremento dei casi di Dengue in Lombardia?

"Gli ultimi dati parlano di 27 casi autoctoni in tutta Italia, di cui 21 in Lombardia, tutti segnalati nel Lodigiano, e 6 nel Lazio. Sono numeri che si spiegano attraverso il numero di viaggiatori perché la Lombardia una delle regioni dove le persone viaggiano maggiormente e con l'alta densità di zanzare che possono trasmettere l'infezione. Sappiamo che queste infezioni possono dare luogo a casi autoctoni perché abbiamo la zanzara tigre, Aedes albopictus, uno dei vettori che trasmettono questa infezione. Basta che arrivi una persona da un'area endemica con il virus il corpo e viene punto da una zanzara questo può amplificare il ciclo. Non è una situazione inattesa, nel nostro Paese si era verificata soltanto un'altra epidemia di febbre Dengue autoctona nel 2020 in Veneto".

Lo possiamo considerare un colpo di coda dell'estate, quindi possiamo attenderci una diminuzione dei casi nelle prossimi settimane?

"Secondo me si verificheranno ancora dei casi, per cui serve ancora prestare attenzione nel riconoscimento precoce dei casi e nel mettere eventualmente in atto le misure di prevenzione. In questo periodo c'è un aumento dei casi di importazione, non solo della Dengue, ma di tante altre patologie di importazione perché dopo il Covid le persone hanno ripreso a viaggiare molto. L'epidemia autoctona di Dengue con i numeri più elevati in Europa si era verificata in Francia nel 2022 con 65 casi".

Qual è la situazione nel suo reparto all'ospedale Sacco di Milano?

"Stiamo seguendo dei pazienti con malattie d'importazione, non solo Dengue, ma anche malaria per esempio, come si vede normalmente nei mesi estivi. In questo periodo ne stiamo vedendo di più rispetto agli anni precedenti proprio per la ritrovata mobilità delle persone dopo il periodo del Covid. La maggior parte dei pazienti sono stati seguiti in day hospital o in ambulatorio, qualche caso dai sintomi più importanti viene ricoverato, però tendenzialmente visto che non c'è una terapia farmacologica i pazienti sono seguiti con farmaci sintomatici e facendo gli esami di controllo".

Quali sono i consigli che le persone posso seguire per difendersi?

"Nelle aree del Lodigiano dove sono stati riscontrati i casi sono state fatte delle campagne contro contro le zanzare. Come per altre patologie simili, l'ideale sarebbe proteggersi dai morsi delle zanzare. Purtroppo la zanzara tigre punge a qualsiasi ora del giorno. Oltre alle misure che possono mettere in atto gli enti pubblici anche i cittadini possono avere delle accortezze. Bisogna fare attenzione a tutte le pozze d'acqua e gli invasi perché a questa zanzara basta pochissima acqua per deporre le uova.

Un altro strumento preventivo potrà essere il vaccino Qdenga, approvato dall'Agenzia europea per i medicinali e dall'Agenzia italiana del farmaco, ma non ancora fattivamente disponibile. Dalle ultime indicazioni che ho avuto lo sarà da fine settembre. Sarà rivolto ai viaggiatori che si recano in una destinazione dove l'infezione è endemica, ma nulla vieterebbe di utilizzare il vaccino anche nel nostro Paese nel caso in cui si verificasse un'epidemia con tantissimi casi in una determinata area".

In conclusione, dobbiamo preoccuparci alla luce della situazione attuale?

"Mi preoccuperei se questa patologia diventasse una patologia autoctona. A oggi non c'è nessuna evidenza di questo, ma va tenuta presente questa possibilità. Nel 2007 e nel 2017 abbiamo avuto due episodi isolati di epidemie di chikungunya, un'altra patologia che provoca quadri clinici abbastanza simili alla Dengue. Il fatto di avere il vettore nel nostro Paese, purtroppo non ci permette di non considerare il rischio che le patologie possano diventare autoctone come è successo per la West Nile, un'altra arbovirosi che oggi è autoctona in Italia con diverse centinaia di casi che si verificano ogni anno durante la stagione estiva".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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