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Letizia Moratti vuole usare gli infermieri come supplenti dei medici di base: si scatena l’opposizione

Infermieri come supplenti e supporto dei medici di base: è questa proposta dell’assessora al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha scatenato diverse polemiche.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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Infermieri come supporto e supplenti dei medici di famiglia: è questa l'idea che l'assessora al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha lanciato durante il convegno della Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche. Una proposta che, anche se per Moratti servirà a sopperire alla carenza di medici di base, ha scatenato diverse polemiche.

Mammì (M5s): Parlare di supplenza è certamente errato

A lasciare perplessi è stata proprio l'idea di infermieri come supplenti dei medici di base: un'ipotesi che rischia di mettere in difficoltà il sistema considerato che poi diagnosi e prescrizioni delle terapie spettano sempre ai medici. "Parlare di supplenza è certamente errato, piuttosto servirebbe parlare di come – spiega il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gregorio Mammì – si possono usare tutte le professioni sanitarie al servizio dei nostri cittadini. Purtroppo non basta creare le figure, ma serve individuare le funzioni e le responsabilità". Per l'esponente pentastellato, bisognerebbe iniziare ad assegnare – nei territori dove vi è una carenza di medici di base – medici che sono già affiancati da infermieri di famiglia: "Così si risolverebbe sia il problema di persone che non avendo il medico di base non possono accedere alle cure e si troverebbe subito un ruolo definito agli infermieri di famiglia".

Moratti ritratta: Supplenza organizzativa, non professionale

Considerate quindi le polemiche scatenate dalle sue parole, la stessa Moratti in una nota stampa ha poi specificato che non si tratterà di una supplenza professionale, ma organizzativa ribadendo che si sta pensando a "forme di organizzazione innovative che possano utilizzare gli infermieri "non certo in sostituzione dell'attività e del ruolo del Medico di famiglia, ma a supporto e sotto la responsabilità di quest'ultimo" considerato soprattutto la diversità di competenze.

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