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L’estate dei contagi, in Lombardia nessun controllo sui tamponi al rientro dai Paesi a rischio

Quest’estate “non c’è stata nessuna forma di controllo” negli aeroporti lombardi per chi proveniva dai cosiddetti Paesi a rischio. A riferirlo a Fanpage.it è la consigliera regionale del M5s Monica Forte, che ha chiesto alle Ats i numeri relativi agli ingressi dai Paesi a rischio, alle autodichiarazioni e ai tamponi effettuati dai passeggeri scoprendo che i conti non tornano. Certamente non una buona notizia, adesso che si inizia a parlare dei viaggi natalizi.
A cura di Giulio Cavalli
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Tamponi in aeroporto (Immagine di archivio)
Tamponi in aeroporto (Immagine di archivio)

Il 7 agosto del 2020 il Dpcm del Governo Conte stabiliva che i passeggeri che tornavano da Croazia, Grecia, Malta e Spagna dovessero essere sottoposti a tampone. Era il periodo in cui si sperava che le vacanze estive non intaccassero i bassi numeri di contagio della pandemia e per questo i controlli sui rientri dai Paesi considerati “a rischio” era una priorità per evitare una nuova ondata. Poi abbiamo visto com’è andata. Non è andata benissimo, no. Il 12 agosto il ministro Speranza ha emesso un’ordinanza per invitare tutte le regioni ad attivare i controlli. Com’è andata?

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle in Lombardia Monica Forte quest’estate ha viaggiato in Grecia, uno dei Paesi a rischio. "Sono rientrata ai primi di settembre – racconta a Fanpage.it – e mi sono preoccupata di scaricare tutta la documentazione tra cui anche l’autocertificazione. Ci si doveva sottoporre a tampone all’arrivo in Italia entro 48 ore oppure prima di partire entro 72 ore prima della partenza. Arrivo in aeroporto e penso che qualcuno mi bloccherà, mi chiederà la documentazione invece c’era solo un cartello che indicava i luogo dei tamponi a cui sottoporsi volontariamente. Saremmo stati in 200 su quell’aereo e solo una ventina di persone si sono sottoposte al controllo, non c’era nessuna forma di controllo".

Ingressi, autodichiarazioni e tamponi: i numeri non tornano

La consigliera regionale quindi decide di chiedere alle Ats (Agenzie per la tutela della salute) responsabili dei tre scali aeroportuali in Lombardia (Milano Linate, Milano Malpensa e Orio al Serio) "il numero degli ingressi dai quattro Paesi", "il numero totale dei moduli di autodichiarazione giustificativa", "il numero dei tamponi effettuati dai passeggeri provenienti dai quattro Paesi" e "il numero totale delle segnalazioni di ingresso dei passeggeri" provenienti da quei Paesi. La domanda di fondo è semplice: chi ha controllato che tutte le persone che sono rientrate abbiano rispettato tutti i protocolli?

Ats Milano (responsabile per l’aeroporto di Linate) risponde precisando che "le informazioni disponibili presso questa agenzia riguardano solo i cittadini che hanno notificato il proprio rientro". "In pratica – dice la consigliera Monica Forte – hanno solo i dati di quelli che hanno deciso per proprio senso di responsabilità. E chi si è sottoposto al tampone all’estero prima del rientro? Non se ne sa niente. L’Ats di Milano non ha idea di quanti passeggeri siano rientrati quest’estate dai Paesi a rischio, non hanno nemmeno un tracciamento del numero totale dei residenti. Niente".

L’Ats Insubria (responsabile per l’aeroporto di Malpensa) risponde allo stesso modo: il numero totale dei passeggeri è "in possesso dell’Usmaf – Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera", scrivono, a loro risultano i 29.803 passeggeri che si sono sottoposti volontariamente a tampone dal 19 agosto all’8 settembre. "Dalla loro risposta si evince anche che Usmaf non ha comunicato all’Ats di competenza. E anche in questo caso nulla sulle autocertificazioni", nota la consigliera del Movimento 5 Stelle.

La consigliera Forte (M5s): Non c'è stata alcuna forma di controllo in aeroporto

Infine c’è l’Ats di Bergamo che comunica 6.750 tamponi aggiungendo: "Anche se pleonastico si sottolinea che le segnalazioni di ingresso pervenute a questa Ats sono da riferire solo ai soggetti residenti nella provincia di Bergamo". La società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio, Sacbo spa, scrive di 42.564 passeggeri totali provenienti dalle aree a rischio ma non sa nulla dei moduli di autodichiarazione che sono stati "ritirati dai vettori delle compagnie aeree". La richiesta andrebbe fatta alle compagnie aeree che, anche in questo caso, non hanno evidentemente comunicato con le aziende sanitarie. "Io vorrei capire – aggiunge Monica Forte – com’è stato fatto questo tracciamento dei passeggeri in ingresso. Non c’era un accoro con i vettori? Parliamo degli scali tra i più importanti d’Italia. Non c’è stata nessuna forma di controllo in aeroporto". Intanto in queste ore si discute dei viaggi natalizi.

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