Anche Fedez interviene sullo sgombero del Leoncavallo: “Milano svuotata di tutto, anche della sua identità”

"L'involucro splendente di una città che è stata svuotata di tutto. Anche della sua stessa identità". Con queste poche parole anche Federico Lucia, in arte Fedez, commenta lo sgombero esecutivo del Leoncavallo dallo stabile di via Watteau 7 in zona Greco a Milano, avvenuto nella giornata di ieri, giovedì 21 agosto.
E così, ora, in attesa di sapere quale sarà il destino del centro sociale più famoso d'Italia e dei suoi occupanti, sono in tanti a ricordare il glorioso passato del "Leonka", luogo di aggregazione, impegno politico, musica e controcultura dal 1975 (prima in via Leoncavallo, quartiere Casoretto a due passi da piazzale Loreto, e poi dal 1994 in via Watteau). Per tanti artisti della scena milanese underground, in erba e non solo, il palcoscenico di tantissimi concerti. Tra cui appunto Fedez. "Tra i concerti più belli della mia vita c'è quello del mio primo disco al Leoncavallo, con mia mamma e mio papà che vendevano i cd e le magliette fuori in un baracchino", aveva raccontato di recente, ricordando gli esordi della sua carriera musicale. "Al tempo avevo speso tutti i miei soldi in quel cd. La mia ragazza del tempo, Silvia, aveva girato il video che avevo poi montato io, non avevo più niente".
Ma non solo Fedez. Tra gli artisti milanesi che il "Leonka" ha visto esibirsi nei decenni ci sono anche Emis Killa ("Un pezzo della mia storia oggi muore con lo sgombero del Leoncavallo. Non ne ho mai fatto un discorso politico, tantissimi ragazzi come me hanno forgiato la loro personalità artistica nei centri sociali, il Leo su tutti", ha scritto proprio il rapper sui suoi canali social, "per noi ha significato aggregazione, arte, rispetto per il prossimo. Non capirò mai la giustizia italiana"), Club Dogo, Afterhours, Elio e le Storie Tese, Premiata Forneria Marconi, Enzo Jannacci. Tutto finito, per il momento.