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Le telefonate tra Boiocchi e i dirigenti dell’Inter: “Adesso ci prendiamo le cose a forza”

Dalle indagini sulla morte del capo ultrà dell’Inter, Vittorio Boiocchi, emergono nuovi scenari sui rapporti tra società e tifosi. Le intercettazioni hanno evidenziato i comportamenti intimidatori nei confronti di quattro dirigenti nerazzurri.
A cura di Enrico Spaccini
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Vittorio Boiocchi
Vittorio Boiocchi

Si era aperta da qualche giorno la sessione invernale di calciomercato della stagione 2019-2020. L'Inter, con Antonio Conte in panchina, cerca il definitivo salto di qualità pescando dalla Premier League. Insieme al danese Christian Eriksen, arriva anche l'inglese Ashley Young: esterno non proprio giovanissimo, capace però di garantire un buon cambio al croato Ivan Perisic.

"Ma che c…. sta succedendo che noi non sappiamo come e quando arrivano i giocatori", si lamenta il capo ultrà Vittorio Boiocchi al telefono con i dirigenti nerazzurri: "Adesso cambiamo tattica, adesso le cose ce le prendiamo per forza e poi vediamo cosa succede".

I rapporti società – tifo organizzato

Nelle indagini della Digos e della Procura di Milano incentrate sulla morte di Boiocchi e su quanto successo sulla Curva Nord di San Siro durante Inter-Sampdoria del 29 ottobre, sta emergendo uno scenario composto da rapporti difficili, spesso tesi, tra società e tifo organizzato.

La colpa dei dirigenti interisti nel caso Ashley Young era che nessuno aveva avvisato i capi ultrà dell'arrivo in aeroporto del calciatore. In questo modo, non hanno potuto dargli il doveroso "benvenuto" e scattare con lui le prime foto da nerazzurro.

I dirigenti indagati

Ma non solo. Negli ultimi giorni si è scoperto anche come nello stesso periodo la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati anche quattro dirigenti dell'Inter. Per loro l'ipotesi di reato era quella di associazione per delinquere.

Si pensava, infatti, che ci fosse una qualche tipo di collaborazione tra società e ultrà che finisse per favorire quest'ultimi: biglietti venduti a prezzi agevolati, entrate allo stadio gratis e perfino commercio di merchandising.

"Semmai persone offese dei reati"

Tuttavia, già a giungo del 2021, il pm milanese Leonardo Lesti aveva chiesto per i quattro l'archiviazione poi accolta dal gip Guido Salvini. Scavando a fondo in quei rapporti, infatti, si era scoperto come in realtà i dirigenti nerazzurri "erano vittime del comportamento minaccioso ed estorsivo dei capi dei tifosi e quindi semmai persone offese dei reati".

L'unica colpa, semmai, sarebbe stata quella di aver minimizzato "un problema che da anni affligge le squadre di A pressate da soggetti che si autodefiniscono ultrà".

Le pressioni di Boiocchi

Ecco che la dirigenza nerazzurra veniva schiacciata dalla Curva, costretta a "gestirle senza incorrere in violazioni della normativa vigente, rispondere alla proprietà che, ovviamente, almeno a parole, non intende cedere alle suddette richieste, e alle autorità incaricate della gestione dell'ordine pubblico".

Un dirigente, in particolare, aveva riferito al pm di essere vittima di una "pressione psicologica derivante dalla caratura criminale di alcuni esponenti, in particolare di Boiocchi". Nel caso in cui le sue richieste non venivano assecondate, si poteva assistere durante le partite a "cori offensivi, lanci di monetine, accensione di fumogeni", tutte pratiche che portano a multe salate per la società.

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