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La storia infinta del nuovo assessore all’Urbanistica a Milano, le proposte di Sala: dal nome politico al rimpasto

Dopo le dimissioni di Giancarlo Tancredi, indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica, resta vacante la poltrona di assessore all’Urbanistica a Milano. Tramontata ormai l’ipotesi del profilo tecnico, Beppe Sala potrebbe rilanciare con un nome più politico che mai in un possibile rimpasto di giunta.
A cura di Francesca Del Boca
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Alessandro Capelli; Anna Scavuzzo; Pierfrancesco Majorino
Alessandro Capelli; Anna Scavuzzo; Pierfrancesco Majorino

Si avvicina il giorno della delibera dello stadio San Siro in Consiglio comunale, partita importantissima per la giunta Sala recentemente travolta dall'inchiesta sull'urbanistica della Procura di Milano. Mentre resta ancora lontana una soluzione alla poltrona vacante di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione Urbana (ora indagato per corruzione, falso e induzione indebita) che ha rassegnato le dimissioni lo scorso luglio. Le sue deleghe, ora, si trovano nelle mani della vicesindaca Anna Scavuzzo. Ma la scelta, come esplicitamente dichiarato dallo stesso Beppe Sala, è solo temporanea, adottata di necessità per garantire continuità nella gestione ordinaria delle pratiche urbanistiche e – di fatto- per non fomentare le tensioni politiche legate alle indagini dei magistrati milanesi.

“Non voglio prendere una decisione con un’urgenza che può portarci anche a fare riflessioni sbagliate… per il momento la delega va alla vicesindaca, ma è una soluzione temporanea", erano state le sue parole. Se ne riparla a settembre, insomma. E adesso? Che succede? L'ipotesi iniziale di un tecnico, dopo la riflessione estiva, sembra al momento essere definitivamente tramontata. Sono stati fatti i nomi di Simone Dragone, ex presidente di MM Spa, così come dell'esperto di Mani Pulite Federico D'Andrea e della docente del Politecnico Elena Granata, papabili anche solo in veste "super consulenti" in grado di affiancare il prossimo assessore all'Urbanistica senza necessariamente sostituirlo, come era stato per il delegato straordinario alla Sicurezza Franco Gabrielli.

Niente da fare. Il sindaco ha infatti di recente chiuso all’ipotesi di un super-consulente esterno (anche se c'è da immaginare che siano stati gli stessi consulenti a declinare un ruolo in questo momento così delicato). "Sono molto più propenso a farci supportare da chi già conosce le questioni piuttosto che immaginare un superconsulente", ha chiarito il primo cittadino giusto ieri. E così, al suo posto, arriva il Comitato per la Legalità e il Contrasto alla Criminalità Organizzata, presieduto da Nando Dalla Chiesa. Un ente che supporterà operativamente Scavuzzo nei dossier urbanistici, anche oltre le competenze della Commissione Paesaggio. E una scelta più simbolica che mai, nel bel mezzo della tempesta inchiesta urbanistica.

E l'assessorato all'Urbanistica? Per ora tutto tace: le deleghe che furono di Tancredi restano alla vicesindaca. Non prevedo a breve una decisione diversa”, sempre Sala. Ma ben presto, secondo alcune fonti di Fanpage.it, potrebbe arrivare un vero e proprio colpo di scena. Nessun nuovo assessore, bensì un rimpasto di giunta con il rimescolamento delle deleghe e l'ingresso di un big del Partito Democratico cittadino.

I nomi sul tavolo, attualmente, sarebbero quelli di Pierfrancesco Majorino e Alessandro Capelli. Il primo, già storico assessore alle Politiche Sociali prima con Giuliano Pisapia e poi durante il primo mandato di Beppe Sala, ora capogruppo dem in Regione Lombardia (nonché candidato in pectore del Pd per il post Beppe Sala, incoronato come favorito dagli ultimi sondaggi). Il secondo, segretario metropolitano Pd di Milano dal 2023, che ha garantito pubblicamente appoggio al sindaco invocando però un cambio di passo nelle scelte amministrative ("Oggi, in un contesto sociale mutato, è necessario investire su nuove politiche per la città che mettano al centro la questione sociale, ambientale, delle opportunità e dell’uguaglianza", gli ha proprio ricordato di recente).

Due profili di alto livello politico e di chiarissimo indirizzo, pronti a dare manforte e a imprimere quella "svolta" sociale invocata dal Partito Democratico. E, infine, il segno tangibile dell'appoggio del partito alla giunta Sala, che senza dubbio sta ora attraversando il periodo più difficile dell'intero mandato, a un passo dalle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026 e dalla campagna elettorale in vista del 2027.

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