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La Procura presenta ricorso contro la scarcerazione di Catella nell’inchiesta urbanistica: cosa sappiamo

La procura ha chiesto il ricorso dopo la scarcerazione di Manfredi Catella, uno degli indagati della maxi-inchiesta urbanistica di Milano. A Catella, come ad altre persone coinvolte, erano stati revocati gli arresti domiciliari per mancanza di prove.
A cura di Matteo Lefons
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Photo by Marco Ottico/Lapresse
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La crisi del modello Milano, vanto e vetrina di un'Italia attrattiva, che chiama a sé turisti ricchi e ricchi investitori, sta per scrivere un nuovo capitolo. La Procura ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro la decisione del Tribunale del Riesame di scarcerare Manfredi Catella, ceo di Coima che ha chiuso il 2024 gestendo 10,6 miliardi di patrimonio immobiliare, tra gli indagati di uno dei filoni dell'inchiesta sull'urbanistica.

Nelle scorse settimane, i pubblici ministeri avevano già presentato ricorso contro la decisione del Riesame di scarcerare l'architetto Alessandro Scandurra, componente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, e Andrea Bezziccheri, costruttore e amministratore del gruppo Bluestone.

Il nuovo filone dell'inchiesta sull'urbanistica

La scorsa estate, quando è pubblicamente scoppiata l'inchiesta, è stato scoperchiato un vaso di Pandora largo molti decenni. Dentro c'erano presunti illeciti e rapporti controversi tra pubblico e privato nella costruzione di una serie di progetti che avrebbero contribuito a rendere la città sempre più futuristica, sempre meno alla portata di tutti. Perquisizioni negli uffici comunali e negli studi privati di architetti, grandi progetti di grattacieli, palazzi bloccati, centinaia di persone che hanno comprato immobili e si sono ritrovati senza casa. Il sindaco Giuseppe Sala che afferma di avere le mani pulite, nonostante siano stati arrestati (poi scarcerati) anche uomini della sua giunta (Giancarlo Tancredi, ex assessore alla rigenerazione urbana) e persone che lavoravano a stretto contatto con Palazzo Marino (Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio).

Il ruolo della Commissione Paesaggio

Per i pubblici ministeri, l'epicentro della presunta corruzione sarebbe stata la Commissione Paesaggio, che nella gestione dell'urbanistica avrebbe favorito i privati dell'edilizia. Scandurra, per esempio, lavorava sia per la commissione sia per imprenditori privati. Tutti avrebbero beneficiato dei favori che le varie parti in causa si sarebbero fatti, i costruttori come chi approvava i progetti con "atti contrari ai doveri d’ufficio".

L'edificio più emblematico della maxi inchiesta è il Pirellino, grattacielo in via Giovanni Battista Pirelli 39: secondo i pm, per la sua ricostruzione Scandurra avrebbe ricevuto dall'azienda di Catella circa 130mila euro di consulenza (i giudici ne hanno riconosciuti solo 28mila). Poi, il membro della commissione paesaggio non si è astenuto quando c'era da votare quel progetto, nonostante i rapporti economici che intratteneva con Coima. Non è l'unico edificio sotto inchiesta: per citarne alcuni, ci sono Hidden Garden in Piazza Aspromonte e Park Towers in via Crescenzago.

Le decisioni dei giudici

Il 31 luglio scorso sia Catella che Scandurra sono stati arrestati: il primo per corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità, il secondo per corruzione, falso, conflitto d’interesse, cioè per aver accettato incarichi da Coima che sarebbero stati valutati nella commissione di cui faceva parte. A entrambi sono stati poi revocati gli arresti domiciliari per mancanza di prove. Secondo i giudici del Riesame, gli elementi sul tavolo non sono sufficienti a inchiodarli. La Procura ha scelto di non accettare questa decisione e ha chiesto il ricorso perché non sarebbe stato valutato il sistema nella sua complessità, ma si sarebbero andati a cercare solo i singoli atti di corruzione slegati l'uno dall'altro.

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