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La foreign fighter Alice Brignoli era “disponibile al martirio per l’Isis”

“Piena adesione alla ideologia dello Stato islamico” e “disponibilità ad agire militarmente, fino al martirio, sia pure nel ruolo di donna, rispondendo alla chiamata alle armi nell’interesse dell’organizzazione terroristica”. Questo quanto si legge nelle motivazioni della condanna inflitta ad Alice Brignoli, la foreign fighter che scappò dal Lecchese col marito e i figli per unirsi all’Isis in Siria.
A cura di Giorgia Venturini
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"Emerge con chiarezza da numerosi elementi la piena adesione alla ideologia dello Stato islamico". Questo è quanto si legge sulla motivazione della condanna a 4 anni per Alice Brignoli, la foreign fighter scappata dal Lecchese in Siria assieme al marito per unirsi all'Isis e poi arrestata e rimpatriata lo scorso settembre. La sentenza era arrivata lo scorso 11 maggio con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza preliminare di Milano, Daniela Cardamone. Nelle carte della motivazione si legge "la disponibilità ad agire militarmente, fino al martirio, sia pure nel ruolo di donna, rispondendo alla chiamata alle armi nell'interesse dell'organizzazione terroristica". E ancora: seconda la giudice le "emergenze processuali dimostrano la sua piena e convinta condivisione alle decisioni del marito".

Alice Brignoli, 42 anni, agli inquirenti appena di ritorno in Italia aveva raccontato di essere fuggita nel 2015 dal suo paese natale di Bulciago, nella Brianza lecchese, con la famiglia perché lei e il marito Mohamed Koraichi si sentivano discriminati in quanto musulmani. La madre di Alice, Fabienne Schirru, aveva fatto scattare le indagini: la donna si era recata nell'appartamento della coppia, una casa Aler in via Provinciale 10 a Bulciago e sul tavolo aveva trovato con un biglietto con scritto: "Sono partita, non mi cercate, non torno". Una volta in Siria però la famiglia si era trovata davanti la guerra: una volta sconfitto l'Isis, la famiglia era finita nelle mani delle forze curde.

Cinque anni dopo Alice Brignoli, la foreign fighter italiana, è stata arrestata dai carabinieri dei Ros proprio nel territorio siriano dove i militari sono riusciti a rintracciare anche i figli minori, quattro in tutto: si trovavano nel campo profughi di Al-Hol, nel Nord-Est della Siria. Il marito era stato preso dai curdi e rinchiuso in un carcere dove è morto qualche mese dopo per una infezione. Poi il ritorno in Italia: Alice Brignoli è stata subito arrestata mentre i figli oggi di 11, 9 e 7 anni, nati in Italia, più un quarto nato in Siria, sono stati affidati a una casa famiglia. Sono stati trovati insieme alla madre nel campo "molto spaventati, ma in buona salute", come aveva precisato a Fanpage.it a settembre il tenente colonnello Andrea Leo, comandante del Reparto anticrimine di Milano del Ros. La Brignoli aveva poi precisato agli inquirenti che scappare era stato un errore.

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