Inchiesta urbanistica a Milano, di cosa sono accusati l’ex assessore Giancarlo Tancredi e il ceo di Coima

Nella giornata di ieri il giudice per le indagini preliminari di Milano, Mattia Formentini, ha disposto sei arresti nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica. Cinque ai domiciliari e uno in carcere. Tra i cinque ci sono l'ex assessore all'Urbanistica Giancarlo Tancredi, il ceo di Coima Manfredi Catella, l'ex presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, il manager della società J+S Federico Pella e l'architetto Alessandro Scandurra. In carcere è finito Andrea Bezziccheri.
Per il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano uno dei punti più importanti è il patrocinio dello studio "Una Strategia Urbana e Paesaggistica Porte Metropolitane – Milano 2050″ concesso all'architetto Giuseppe Marinoni, allora presidente della Commissione Paesaggio, che è stato "deliberato dalla Giunta comunale dietro proposta dell'assessore Tancredi" avrebbe creato le basi per un "perdurante conflitto di interessi in capo a Marinoni".
Si è poi concentrato sul ruolo che ha avuto l'architetto Alessandro Scandurra, anche lui membro dell'ormai disciolta Commissione Paesaggio. Il professionista era presente alla seduta in cui si discuteva delle sorti del Pirellino, le cui sorti stavano a cuore sia al Ceo di Coima, Manfredi Catella, che all'archistar Stefano Boeri. Il progetto aveva ottenuto diversi pareri contrari dalla Commissione Paesaggio. Per questo motivo, stando alle indagini, sia Catella che Boeri avrebbero iniziato a pressare sia il presidente della suddetta Commissione, Giuseppe Marinoni, che l'assessore all'Urbanistica Giancarlo Tancredi e il sindaco Giuseppe Sala.
Alla fine il progetto avrebbe ottenuto prima un parere favorevole condizionato e poi un parere favorevole senza alcun condizionamento. Nella seduta in cui era stato deciso per un parere favorevole condizionato, così come in quella precedente, Scandurra non era stato presente e lo aveva anche comunicato a Boeri: gli avrebbe mostrato solidarietà e non ci sarebbero stati "coinvolgimenti corruttivi". Le cose sarebbero poi cambiate radicalmente in vista della seduta in cui è stato dato un parere favorevole senza alcun condizionamento. In questo caso Scandurra ha partecipato.
Il gip ha quindi sottolineato che tra le due sedute l'architetto avrebbe percepito da Coima 28mila e 500 euro "e concludeva sempre con Coima un remunerativo contratto per uno studio di fattibilità di uno studentato in via Messina". Per il giudice, Catella e Boeri avrebbero portato avanti il pressing direttamente su "Marinoni (che Catella incontrava a ridosso della seduta) e su Tancredi e Sala ai quali Catella rivolgeva il 13 luglio una missiva di fuoco", mentre il manager di Coima "in una strategia condivisa con Catella" si sarebbe garantito "l'apporto di Scandurra remunerandolo" così da "assicurarsi che partecipasse alla decisiva seduta del 5 ottobre e che non si astenesse".
Il gip avrebbe quindi accolto l'ipotesi accusatoria di corruzione per Catella e Scandurra, ma non quella di induzione indebita su Marinoni per Catella e Tancredi. Per quanto riguarda Tancredi, per il gip ha "concorso nel perfezionamento del patto corruttivo tra Marinoni e Pella" e lo avrebbe fatto nominando Marinoni presidente della commissione a dicembre 2021 e poi "facendo in modo di conferire il patrocinio comunale al suo progetto sui nodi e porte metropolitane". Avrebbe quindi agevolato "le iniziative del tandem Studio Marinoni S.r.l. — J+S S.p.a". E infatti Marinoni avrebbe garantito "a J+S l’appoggio da parte dell’assessore" che sarebbe stato "sempre disponibile a coadiuvare le iniziative del presidente (e, quindi, anche del partner Federico Pella), nonché un’interlocuzione privilegiata con l’amministrazione comunale".
Inoltre, come riportato dal quotidiano La Repubblica, durante una perquisizione del 16 luglio della guardia di finanza, sulla scrivania dell'ex assessore sarebbe stato trovato "un appunto" dove sarebbe stata tracciata "una vera e propria strategia suggerita da Carlo Masseroli (non indagato)", ex assessore del Comune di Milano durante il governo Letizia Moratti e attuale manager di Nhood Service Italy, che è una società di sviluppo immobiliare. Per il gip, quel foglio conteneva "la strategia che Masseroli intendeva condividere con Tancredi per ottenere benefici da un contenzioso amministrativo strumentale a far ottenere al privato" un "beneficio economico, ai danni dell'ente pubblico". L'ex assessore invece di cestinarla o rispedirla al mittente l'avrebbe conservata "sulla propria scrivania, indice evidente della volontà di prenderla in considerazione".