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Incendio Milano, brucia grattacielo in via Antonini

Incendio a Milano, i condomini del palazzo in via Antonini: “L’allarme non ha suonato”

I condomini del grattacielo che ha preso fuoco in via Antonini a Milano non avrebbero sentito l’allarme del sistema antincendio. Questo aspetto sarebbe al centro delle testimonianze rilasciate alla Procura dagli inquilini che sono riusciti a mettersi in salvo solo grazie all’odore di bruciato e alla presenza del fumo che stava invadendo i diversi appartamenti.
A cura di Redazione Milano
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Le testimonianze raccolte fino a questo momento dalla Procura di Milano sull'incendio della torre residenziale in via Antonini, confermerebbero quanto trapelato già nella giornata di ieri. Alcuni condomini del grattacielo, tra cui un inquilino dell'ottavo piano intervistato da Fanpage.it, avevano riferito infatti di non ricordarsi del suono del sistema d'allarme dell'edificio. Gli inquilini che sono riusciti a mettersi in salvo si sarebbero infatti accorti dell'incendio in corso solo dall'odore di plastica bruciata e dal fumo che stava cominciando a investire tutto il palazzo. Al momento, secondo gli inquirenti, sarebbe quindi evidente che l'allarme sonoro non avrebbe funzionato.

La pm Siciliano dopo il sopralluogo: Criticità del sistema antincendio

Era stata Tiziana Siciliano, la pm incaricata delle indagini, a riferire di "alcune criticità" nel sistema antincendio, rispondendo a una domanda diretta dei cronisti sul posto in seguito al sopralluogo. Siciliano aveva però precisato che sarebbero state necessarie ulteriori verifiche sulla questione. Intanto, al centro delle indagini ci sono anche i materiali della facciata:  "Questo palazzo ha dieci anni, che sembrano molto pochi ma in dieci anni tante normative sono cambiate, ci sono anche nuove conoscenze sui materiali – aveva detto Siciliano – Per cui ci sono tante cose da valutare che richiederanno tempo e grande accuratezza".

Dubbi anche sull'elettricità nel Palazzo

Secondo quanto raccontato dal custode del palazzo, l’elettricità nell’abitazione al quindicesimo piano della Torre dei Moro andata distrutta era staccata da tempo. Il custode agli investigatori ha raccontato di essersi recato qualche giorno prima nell'appartamento per dare da bere alle piante. Una volta entrato, l'uomo ha detto di aver tentato di accendere la luce senza successo. Tra le possibili ipotesi della causa del rogo ci sarebbe quella di un elettrodomestico ancora collegato alla rete elettrica, o forse una batteria mal funzionante. A stabilirlo con certezza sarà comunque l’indagine della Procura.

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