Incendia il locale del rivale per avere più clienti: è scontro per la movida

L'accusa: quella di aver bruciato il locale notturno del rivale per assicurarsi più clientela.
È stato all’alba di domenica 30 aprile che i Carabinieri di Bergamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza del Tribunale, su richiesta della Procura, nei confronti di 6 persone accusate a vario titolo di incendio, danneggiamento, rapina, estorsione, sequestro di persona, minacce, possesso e fabbricazione di documenti falsi.
Il Tribunale di Bergamo ha perciò disposto il carcere per 2 degli indagati, gli arresti domiciliari per 1 e l’obbligo di dimora per i rimanenti 3.
Durante le perquisizioni nei confronti degli indagati, le Forze dell’ordine hanno inoltre ritrovato uno scooter, verosimilmente utilizzato per dare alle fiamme il locale “avversario”, nonché un vero e proprio kit del rapinatore tra tirapugni, spray urticante, pistole a salve, passamontagna e ricetrasmittenti.
La guerra della movida
Le indagini hanno avuto inizio a seguito di due incendi che hanno coinvolto un locale della movida bergamasca.
Troppo strano, per i militari dell'Arma, che hanno fin da subito sospettato di un regolamento di conti da parte di un nemico. Ipotesi presto confermata: il movente sarebbe infatti riconducibile a motivi di illecita concorrenza, e il responsabile il titolare di un locale notturno antagonista.
Quest'ultimo, originario del Pakistan, secondo quanto emerso dall'attività investigativa sarebbe stato aiutato da altri soggetti a dare alle fiamme l'attività rivale per assicurarsi così più clientela, e quindi ottenere un maggior profitto.
Pestaggi e ricatti nella discoteca
Ma non solo. Nella discoteca dell'uomo che adesso si trova agli arresti, a quanto emerso, erano frequenti episodi di violenza da parte dei buttafuori nei confronti dei clienti. I quali spesso cercavano di difendersi come potevano, riprendendo i pestaggi con il telefonino e minacciando azioni legali.
Errore madornale. Davanti a questi comportamenti, infatti, i dipendenti del locale notturno esercitavano ancora di più il loro potere, sequestrando i cellulari delle vittime e ricattandoli.