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Imprenditore sfrutta la pandemia e truffa la Regione Lombardia: 200mila mascherine mai consegnate

Un imprenditore varesino è stato arrestato dalla guardia di finanza di Varese per i reati di truffa aggravata in danno di ente pubblico, frode in pubbliche forniture ed autoriciclaggio. Tra marzo e aprile 2020 avrebbe truffato due società controllate dalla Regione Lombardia, Aria Spa e Aler Milano. Nel primo caso si è fatto pagare anticipatamente 429mila euro per 200mila mascherine mai consegnate.
A cura di Francesco Loiacono
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Una doppia presunta truffa sulle mascherine in piena pandemia: è quella che ha scoperto la Guardia di finanza di Varese ai danni di due società controllate dalla Regione Lombardia, Aria Spa e Aler Milano. Il presunto responsabile è un imprenditore varesino che è stato arrestato dalla guardia di finanza di Varese per i reati di truffa aggravata in danno di ente pubblico, frode in pubbliche forniture ed autoriciclaggio. Il periodo in cui si è consumata la truffa è la scorsa primavera, momento della prima e più grave ondata della pandemia di Coronavirus. Proprio sfruttando lo stato di emergenza, l'imprenditore avrebbe millantato la disponibilità di un carico di 200mila mascherine del tipo Ffp3 provenienti dalla Cina. Ha quindi proposto la fornitura di tale merce alla Regione Lombardia attraverso la centrale acquisti regionale Aria, ottenendo il pagamento anticipato di 429mila euro. In realtà, però, come accertato dagli approfondimenti investigativi delle Fiamme gialle, l’imprenditore non avrebbe mai avuto la disponibilità delle mascherine che gli erano state pagate.

La frode ai danni dell'Aler

C'è anche un secondo episodio che ha visto protagonista lo stesso imprenditore. In questo caso la vittima del raggiro è Aler Milano, Azienda lombarda di edilizia residenziale. Grazie all’illecita intermediazione di un dipendente della società, l’imprenditore avrebbe fornito all'Aler delle mascherine del tipo Ffp2 che, a seguito di controlli, sono poi risultate prive della certificazione e della prescritta marchiatura Ce. L'imprenditore si trova adesso ai domiciliari: nei suoi confronti il tribunale di Varese ha anche disposto un sequestro di beni per 460mila euro, l'equivalente della truffa e della frode in pubbliche forniture. Oltre all'uomo, risultano indagati a piede libero per gli stessi reati anche altri soggetti.

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