Imprenditore milanese finisce a processo per frode per colpa di un’omonimia: assolto dopo 8 anni

Dopo otto anni, un imprenditore milanese accusato di frode è stato assolto con formula piena "per non aver commesso il fatto". Titolare di una società che opera nel ramo dell'energia, era finito al centro di un'inchiesta della Procura di Trieste per un errore commesso durante le indagini e riconosciuto solo in Tribunale. Al suo posto, infatti, avrebbero dovuto esserci i responsabili di un'azienda con sede legale a Firenze che, per puro caso, ha lo stesso nome della sua. "Nessuno si è preoccupato di verificare che i bonifici contestati partivano dalla società toscana", ha spiegato Renato Maturo, l'avvocato che ha difeso l'imprenditore milanese: "Intanto in questi otto anni la società del mio assistito non ha potuto operare sul mercato".
Come riportato da Il Giorno, secondo gli investigatori una società di Trieste veniva usata come "cartiera" di fatture false. Questa avrebbe emesso diverse fatture per operazioni inesistenti a favore di società in tutta Italia, le quali a loro volta effettuavano i bonifici. In particolare, alla società dell'imprenditore milanese venivano contestati pagamenti pari a 170mila euro. In realtà, però, quei bonifici sarebbero partiti da un conto intestato a una società con sede legale a Firenze e di proprietà di due residenti a Scandicci, omonima di quella milanese.
"Mi è bastato verificare il numero del conto corrente da cui erano partiti i pagamenti incriminati per scoprire che il conto corrente utilizzato non era quello della società amministrata dal mio assistito", ha spiegato a Il Giorno l'avvocato Renato Maturo. Così, nel 2019 il legale ha inviato in Procura a Milano una memoria difensiva in cui spiegava l'errore che sarebbe stato commesso durante le indagini dalla guardia di finanza, chiedendo di "verificare la titolarità del conto corrente il cui Iban era negli atti di indagine". Una richiesta che sarebbe rimasta senza riscontro, così come "anche le sette richieste di aggiornamenti inviate con posta elettronica certificata", ha affermato Maturo.
La vicenda è infine approdata in Tribunale, dove l'errore è venuto alla luce. L'imprenditore milanese, dopo una vicenda giudiziaria durata otto anni, è stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto, ma non senza conseguenze. In questo periodo, ha detto Maturo, la sua società "non ha potuto operare sul mercato" e, come se non bastasse, "i veri responsabili del fatto di reato non sono stati indagati e a settembre scatterà la prescrizione".