Il retroscena: Cts Lombardia aveva chiesto alla Regione il lockdown già il 19 ottobre

La decisione ormai imminente di adottare un nuovo lockdown in Lombardia (e non solo) arriva con due settimane di ritardo rispetto alla richiesta del Comitato tecnico scientifico lombardo. Secondo informazioni raccolte da Fanpage.it, infatti, il Cts regionale aveva chiesto di approvare misure ancora più restringenti del "semplice" coprifuoco notturno già prima della riunione organizzata lo scorso 19 ottobre tra Regione, Anci e sindaci dei capoluoghi di provincia lombardi, nella quale venne poi richiesto al governo il coprifuoco dalle 23, poi scattato il 22 ottobre.
Fontana ha sollecitato un intervento del governo sul lockdown
La Regione non ha però dato seguito alle richieste degli esperti, e una motivazione potrebbe risiedere indirettamente nelle affermazioni proferite dal presidente lombardo Attilio Fontana nella giornata di ieri, primo novembre: "La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi", ha detto il governatore leghista, sollecitando dunque un intervento nazionale forse per non assumersi il "peso" di ulteriori restrizioni. Ma in Lombardia, come detto anche dall'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, la situazione è più grave rispetto al resto del Paese: si è già in Fase 4, in uno scenario di trasmissione non controllata del virus e Rt superiore a 2. Il tempo perso per attuare una nuova chiusura generale all'interno della regione più colpita non solo dalla prima ondata ma anche della seconda del contagio da Coronavirus, ha portato ad un aumento esponenziale di ricoveri con conseguente pressione ormai quasi ingestibile sui pronto soccorso.
Riunione di emergenza unità di crisi Areu: servono ambulanze
Anche per questo motivo nel pomeriggio di giovedì 29 ottobre c'è stata una riunione di emergenza dell'unità di crisi dell'Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia (Areu), durante la quale i vertici dell'azienda hanno chiesto alle associazioni che gestiscono il servizio sanitario d'emergenza (le ambulanze, per intenderci) di allargare quanto più possibile la flotta di veicoli da mettere in strada. Per il momento, però, non è stato chiesto di prendere i mezzi da fuori regione, specialmente perché anche fuori dalla Lombardia la situazione è disastrosa.