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Antonio Di Fazio, il manager arrestato per stupro

Il manager Antonio Di Fazio condannato a 9 anni di carcere per aver violentato cinque donne

Ridotta in appello la pena a 9 anni di reclusione per Antonio Di Fazio, l’imprenditore farmaceutico accusato di violenze sessuali a Milano, contro i 15 anni e 6 mesi della prima sentenza. L’accusa, quella di abusi sessuali con utilizzo di narcotici su cinque donne. Prescritte le violenze sulla ex moglie. Non ci sta l’accusa: “È un’ingiustizia”
A cura di Francesca Del Boca
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Ridotta in appello la pena a 9 anni di reclusione per Antonio Di Fazio, l'imprenditore farmaceutico già precedentemente condannato a 15 anni e 6 mesi di carcere per abusi sessuali: l'uomo era stato arrestato nel maggio del 2016 con l'accusa di aver drogato e violentato cinque ragazze, e tentato di uccidere la ex moglie. Il reato di tentato omicidio nel corso del processo è poi stato derubricato in lesioni, per cui però erano già scaduti i termini della prescrizione. Non ci sta l'accusa: "È un'ingiustizia". La difesa, nel frattempo, annuncia il ricorso in Cassazione: "Bene la riduzione, ma non siamo ancora arrivati a una pena equa".

La violenza sessuale su cinque ragazze

La prima a denunciare era stata una ragazza di 21 anni, attirata nell'appartamento dell'uomo con la promessa di un colloquio di lavoro per uno stage formativo nella sua azienda: è qui che Di Fazio l'avrebbe così drogata, spogliata, violentata e persino fotografata, nuda e incosciente.

Attraverso queste immagini, ritrovate nel cellulare, è stato possibile risalire anche alle altre quattro vittime del manager, che si sono fatte avanti dopo la denuncia della 21enne. Il manager avrebbe attirato nella stessa trappola anche loro, utilizzando lo stesso modus operandi della prima storia venuta allo scoperto: un copione sempre identico che prevedeva il finto colloquio, le benzodiazepine e la violenza sessuale.

Il tentato omicidio dell'ex moglie: "Tu da questa casa non esci viva"

Ma non solo. Antonio Di Fazio era stato accusato anche di reati contro l'ex moglie: la donna, durante il periodo del matrimonio con l'ex imprenditore farmaceutico (ovvero dal 2009 al 2017), sarebbe stata vittima di ben quattro reati tra violenze sessuali continuate con uso di narcotici, maltrattamenti in famiglia, stalking e persino tentato omicidio. 

Nel 2014, infatti, sarebbe stata attirata nella casa dell'ex marito con la scusa di dover dividersi i regali di nozze. Una volta nell'appartamento, l'imprenditore farmaceutico le avrebbe spruzzato dello spray negli occhi e l'avrebbe successivamente colpita con una chiave inglese, stringendole una corda intorno al collo: "Tu da questa casa non esci viva", le sue parole in quei momenti.

L'accusa di tentato omicidio era però già caduta in prescrizione, ed era stata riqualificata in lesioni. In Appello, le accuse dei reati commessi verso la donna sono definitivamente cadute in prescrizione. 

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