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Il 22enne in piazza contro i No-Vax: “Se ci fosse stato il vaccino mio padre sarebbe ancora vivo”

Marco Natali ha 22 anni, viene dal Basso Lodigiano, e sabato ha preso la parola nella piazza dei No-Vax. Lui, figlio di un medico che è morto l’anno scorso a causa del Coronavirus, ha raccontato la sua storia, dicendo che “Probabilmente se questo vaccino ci fosse stato prima lui ora sarebbe ancora qua”.
A cura di Simona Buscaglia
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Era indignato per quello che sentiva gridare a gran voce in piazza, che non corrispondeva a quello che aveva vissuto l'anno scorso, quando suo padre, nel giro di una settimana, è morto a causa del Covid-19. Queste le motivazioni che hanno spinto Marco Natali, un ragazzo di 22 anni, a prendere la parola sabato a Lodi, durante una manifestazione di No-Vax che protestavano contro l'obbligo vaccinale. Ha raccontato la sua storia, quella di un figlio di un medico, morto a causa del Coronavirus.

"Se ci fosse stato il vaccino mio padre probabilmente ora sarebbe qui con me"

"Sabato mi sono ritrovato a Lodi per degli impegni e mentre ero in macchina che aspettavo la mia ragazza, lei mi chiama per dirmi che c’era qualcosa in piazza, di andare a vedere – ha raccontato Marco ai microfoni di Fanpage.it – Mi sono messo ad ascoltare cosa diceva questa folla di persone e ho scoperto che parlavano del fatto di non essere d’accordo con l’obbligo vaccinale. Una signora ha preso la parola e ha detto che tutte le vittime del Covid non esistono in realtà, che sono state uccise in ospedale dicendo di averlo letto su non so quale sito in non so quale lingua ma di conoscerne quattro, che era quindi sicura". Da qui l'istinto di reagire, di dire qualcosa e di raccontare la sua esperienza: "Mi arrabbiai per quello che disse, in quel momento ci passavo io ma poteva esserci una moglie o una compagna che avevano perso l’amore della loro vita per questo virus – ha aggiunto Marco – penso che la libertà d’espressione di questa signora finisse nel momento in cui io ero lì e non poteva dire quelle cose, che mi hanno ferito. Appena ha finito di parlare non ho pensato a cosa dire e cosa fare, sono andato lì in mezzo dicendo che avevo 20 anni, che volevo far capire che cosa voleva dire averlo vissuto a 20 anni. All'inizio ci furono tanti applausi da parte di tutti, pensavano che volessi sostenere la loro causa ma in realtà li ho fermati subito e ho iniziato a raccontare". Marco ha perso il padre il 18 marzo dell’anno scorso, era un medico di famiglia, morto a causa del Covid. "L’11 marzo mi sono svegliato con un suo messaggio che mi diceva che non respirava e che lo ricoveravano – ha spiegato Marco in piazza – Probabilmente se questo vaccino ci fosse stato prima lui ora sarebbe ancora qua. Me ne sono andato senza sentire che cosa diceva la folla, non so cosa hanno detto, come hanno reagito. Un ragazzo che era lì mi ha detto che poi c’erano i soliti toni di disagio contro quello che avevo appena detto".

"Mi fa rabbia che parlino di questo virus come di un'influenza stagionale"

"Ho avuto uno sfogo in quel momento, mi sono indignato per quello che aveva detto quella signora e ho detto la mia fregandomene di quello che dicevano" racconta il ragazzo a Fanpage.it "Capii solo dopo parlando con la mia famiglia, che era orgogliosa di me" il valore simbolico del suo gesto. Il 22enne ne ha capito la portata solo il giorno dopo quando "mi hanno tempestato di chiamate per potermi vedere e incontrare". Rimane comunque la rabbia e l'indignazione: "Loro possono pensare quello che vogliono – ha concluso Marco – ciò che mi fa rabbia è mettere in dubbio le morti che ci sono state, in primis quella di mio padre, che ho vissuto sulla mia pelle, scomparso dalla mia vista nel giro di un giorno e nel giro di una settimana dalla mia vita. Mi fa rabbia che sia messo in dubbio che siano morte per questo virus che viene definito come un’influenza stagionale, perché un’influenza stagionale non ti porta a non respirare, a farti mancare l'ossigeno nei polmoni. Questo è quello che mi fa rabbia, che parlino del vaccino come qualcosa di assurdo che ci vogliono dare per qualche motivo. Mi sembra assurdo che venga messo in dubbio il fatto che vogliono cercare di proteggere una popolazione e questo mi crea molta indignazione".

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