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Il 21enne Simone Stucchi ucciso durante una rissa tra bande rivali: arrestati 24 giovani

Simone Stucchi, 21 anni, era rimasto vittima di una rissa scoppiata tra bande rivali lo scorso settembre: alle prime ore dell’alba di oggi sono scattate le manette per 24 ragazzi.
A cura di Giorgia Venturini
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Un ragazzo di 21 anni è morto durante una rissa avvenuta il 29 settembre del 2021 tra bande rivali provenienti di Vimercate e Pessano con Bornago. Le due bande si erano dati appuntamento a Pessano per un regolamento di conti dovuto alla cessione di una partita di sostanza stupefacente. Allora le indagini erano state avviate dalla Compagnia dei carabinieri di Pioltello.

Arrestati 24 giovanissimi

Alle prime ore della mattinata di oggi mercoledì 15 giugno i militari hanno dato esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare, emesse rispettivamente dai giudice per le indagini preliminari, presso il Tribunale per i Minorenni e quello Ordinario del capoluogo: nei confronti di 5 minori – di cui 2 destinatari di custodia in carcere, 2 di collocamento in comunità e 1 dell’obbligo di permanenza in casa –  e 19 maggiorenni – di cui 7 destinatari di custodia in carcere e 12 agli arresti domiciliari. Tutti sono responsabili, a vario titolo, di concorso in omicidio, rissa aggravata, lesioni personali, detenzione illecita di sostanza stupefacente, tentata estorsione in concorso e porto di armi od oggetti atti ad offendere.

Capitano Francesco Berloni, Comandante Compagnia CC di Pioltello
Capitano Francesco Berloni, Comandante Compagnia CC di Pioltello

Chi era la vittima

La vittima è Simone Stucchi: era stato trovato a terra sanguinante. Poi la corsa disperata al pronto soccorso San Gerardo di Monza dove i medici non sono riusciti a salvarlo. Troppo gravi le ferite riportate all'addome, alla testa, provocate anche da armi da taglio. Ma sulla scena del delitto i carabinieri avevano trovato pure mazze, bastoni e spranghe. I genitori pochi giorni dopo la morte del figlio avevano precisato: "Simo non era uno stinco di santo, era esuberante e aveva il suo bel caratterino e qualche cazzata in passato l’aveva commessa. Viveva per gli amici. Non era un tossico, un violento. Non andava di certo in giro con coltelli o pistole in tasca alla ricerca di risse". Poi ancora: "Come ci hanno raccontato tutti i suo amici più stretti, Simone era andato a Pessano per cercare di chiarire la situazione, non per fare a botte – hanno aggiunto i genitori – anche perché lui non era il protagonista di quella lite tra le due bande di ragazzi. Non siamo alla ricerca di alcuna vendetta per la morte di nostro figlio. Questo sentimento non alberga nei nostri cuori".

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