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“I bambini devono sapere che le persone Lgbt+ esistono”, parla l’associazione che organizza lezioni di genere a scuola

L’educazione alla diversità è vietata ai bambini? Il dibattito si è aperto nel Pavese, dopo che alcuni consiglieri di Fratelli d’Italia hanno chiesto al Comune di sospendere le lezioni sull’inclusione Lgbt+ nelle scuole. Fanpage.it è stata a parlare con chi questi corsi li tiene da otto anni per capire se, quanto e perché sono utili.
A cura di Chiara Daffini
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A Pavia i corsi di inclusione nelle scuole sono stati attivati nell'as 2013-14
A Pavia i corsi di inclusione nelle scuole sono stati attivati nell'as 2013-14

All'inizio del 2014 è parte nelle scuole di Pavia e provincia il progetto "Far bene per stare bene", finalizzato a sensibilizzare bambini e ragazzi sui temi della discriminazione.

Per otto anni entrano così nelle classi rappresentanti delle cosiddette "minoranze": cittadini stranieri, disabili e anche persone Lgbt+.

Ad approvare il programma, realizzato dalle associazioni che compongono lo sportello anti discriminazione del Comune, è la giunta di centro destra guidata da Alessandro Cattaneo, oggi deputato di Forza Italia.

"Corsi non adatti ai bambini"

Nelle ultime settimane, però, i corsi di inclusione nelle scuole pavesi sono finiti sul banco, non quello di scuola, ma degli imputati. Sotto accusa da parte del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia ci sarebbero proprio le lezioni sulla conoscenza del mondo Lgbt+.

"Riteniamo che questo genere di politiche – scrive il gruppo in una nota – non appartengano e non apparterranno mai ad amministrazioni di centrodestra, ancor più se sostenute da Fratelli d’Italia che, anche in ragione del larghissimo mandato popolare ricevuto, non può esimersi dal ribadire e perpetuare l’importanza dei propri valori fondanti a qualsiasi livello di governo".

Dopo l'esito del 25 settembre e viste le rimostranze dei consiglieri di FdI, l'attuale giunta guidata dal leghista Fabrizio Fracassi, finora favorevole al progetto, ha messo in stand-by l'iniziativa.

Contemporaneamente, l'assessora di Forza Italia, Barbara Longo,  sostenitrice dei corsi, ha rimesso al sindaco la delega alle Pari opportunità

"Perché non accada quello che è successo a noi"

Per capire perché e in che modo è utile che i bambini sappiano chi sono trans, lesbiche e gay, Fanpage.it è stata dall'associazione Coming-Aut Pavia, che in tutti questi anni ha organizzato nelle scuole i corsi sul tema dell'identità di genere.

"L’ultimo report del Miur relativo agli anni 2020-21 – precisa Davide Podavini, direttore di Coming-Aut -, mostra che oltre il 20 per cento degli studenti sono stati oggetto di atti di bullismo e di questi il 6 per cento per questioni legate all’identità di genere".

"Educare fin da piccoli alla diversità è un modo per prevenire successivi episodi di discriminazione e violenza. I nostri volontari spesso li hanno vissuti sulla loro pelle e raccontano ai bambini e ai ragazzi che cosa vuol dire”, aggiunge Podavini.

"A scuola non stavo bene"

Per esempio Cecilia Bettini, donna transgender e volontaria di Coming-Aut: “Ho iniziato a capire a scuola la mia diversità – racconta a Fanpage.it – ma non ho trovato un ambiente accogliente, in cui poter parlare a compagni e insegnanti di come mi sentivo".

"Le nostre testimonianze – continua Cecilia – mettono bambini e ragazzi di fronte alla realtà, non solo sull’identità di genere, ma anche sulla disabilità, sulle minoranze linguistiche e culturali e su tanti altri aspetti di marginalizzazione".

Favole e stereotipi

Il programma è stato approvato dal dipartimento di psicologia dell’Università degli studi di Pavia e, aggiunge Bettini: “Il linguaggio è calibrato sull’età: alle elementari, per esempio, diamo le informazioni attraverso favole e giochi, ma non omettiamo nulla, perché questi concetti possono essere appresi e assimilati anche dai più piccoli”.

"Analizziamo con loro gli stereotipi – spiega ancora la volontaria -, tipo che tutti i gay sono effeminati, le lesbiche mascoline e le donne trans prostitute… e li smontiamo insieme attraverso la riflessione e il confronto.

"Non c'è un limite d'età alla conoscenza e alla prevenzione del bullismo – conclude Cecilia -: anche i bambini devono sapere che le persone Lgbt esistono e non sono macchiette”.

Non tutti però in consiglio comunale la pensano così e l'affondo arriva proprio da Cattaneo, che contattato da Fanpage.it afferma: “Il progetto da me approvato riguardava lo sportello anti discriminazioni e non certo le scuole elementari".

"Che competenze hanno queste persone – si chiede l'ex sindaco – per andare a raccontare ai bambini storie sull’identità di genere?”.

Venerdì 14 ottobre è previsto un tavolo tecnico tra l'attuale primo cittadino, Fabrizio Fracassi, e le associazioni coinvolte per definire le sorti del progetto.

La presentazione del progetto sul sito del Comune di Pavia
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