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Giovanni Sgroi, medico-sindaco arrestato per violenza sessuale, non risponde al gip: “Sconvolto, non c’entro niente”

Il legale di Giovanni Sgroi, arrestato il 22 maggio per presunti abusi sessuali su almeno quattro pazienti, avvenuti durante le visite mediche. Il legale del medico, sindaco di Rivolta d’Adda (Cremona): “Si è dichiarato da subito estraneo ai fatti. Sono le parole delle parti contro la sua”
A cura di Francesca Del Boca
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Giovanni Sgroi (foto da Facebook)
Giovanni Sgroi (foto da Facebook)

Si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia Giovanni Sgroi, medico e sindaco di Rivolta d'Adda (Cremona) arrestato venerdì 22 maggio per presunti abusi sessuali su almeno quattro pazienti. "L'affronterò con grande dignità", ha detto subito dopo ai cronisti, spiegando di non voler rilasciare dichiarazioni e di essere "sconvolto" dalla situazione. La scelta di non rispondere davanti alla gip di Milano Sara Cipolla è stata "quasi obbligata", ha dichiarato il suo avvocato Domenico Chindamo, spiegando di voler prima studiare gli atti.

Il medico, 70 anni, "si è dichiarato da subito estraneo ai fatti – ha aggiunto il legale -, ora dobbiamo confrontarci con quello che realisticamente è stato scritto. Sono le dichiarazioni delle parti offese contro quelle di Sgroi". A quanto emerso dalle indagini dell'aggiunta Letizia Mannella e della pm Alessia Menegazzo, l'uomo avrebbe abusato di quattro pazienti durante le visite in una clinica di Pozzuolo Martesana, nel Milanese.

L'inchiesta ha preso il via dopo la denuncia presentata nel maggio dell'anno scorso da una ragazza di 24 anni, dalla quale sono poi emerse le ulteriori tre vittime: la giovane raccontò di aver ricevuto apprezzamenti inopportuni e di essere poi stata toccata nelle parti intime dal medico mentre veniva sottoposta a un'ecografia addominale dal medico, gastroenterologo che esercitava privatamente in una struttura sanitaria a Pozzuolo Martesana (Milano). Nel 2010, inoltre, una paziente si rivolse alla polizia dopo che il medico le toccò le parti intime durante la visita per un intervento di riduzione gastrica. Il caso, però, fu archiviato dal tribunale di Bergamo nel marzo del 2013.

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