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Alberto Genovese arrestato per stupro

Genovese arrestato per stupro: una telefonata di Roberto Bolle aveva allertato la polizia

Due vicini di casa dell’imprenditore Alberto Genovese, tra cui l’étoile della Scala Roberto Bolle, avevano chiamato la polizia per denunciare rumori e schiamazzi la notte dello scorso 11 ottobre, quando a casa del mago delle start up era in corso una festa durante la quale, tra fiumi di droga e alcol, una 18enne ha denunciato di essere stata violentata per ore. Gli agenti però, non sapendo cosa stava accadendo in camera, ottenuto l’impegno ad abbassare la musica se ne erano andati.
A cura di Simone Gorla
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La notte della festa in casa di Alberto Genovese durante la quale si sarebbe consumato lo stupro di una 18enne, violenza per la quale il mago delle start up è stato arrestato quasi un mese dopo, la polizia era intervenuta sul posto due volte per le chiamate dei vicini di casa che denunciavano musica ad alto volume e schiamazzi. Tra questi anche l'étoile della Scala Roberto Bolle. Ma gli agenti che hanno bussato alla porta del fondatore di Facile.it (ora fuori dall'azienda da diversi anni) non potevano sapere di quanto accadeva nello stesso momento in camera da letto. Così, ottenuto l'impegno ad abbassare la musica, se ne erano andati.

È quanto riporta il Corriere della Sera che ha ricostruito gli interventi delle volanti la sera dell'11 ottobre, quando un party sulla terrazza milanese dell'imprenditore si è trasformato in una notte di orrore per la giovanissima vittima. La prima a telefonare alle forze dell'ordine, attorno alle 22.40, è una vicina di casa infastidita dai rumori molesti e della musica. Ad aprire ai poliziotti è lo stesso Genovese, che accetta di abbassare il volume della musica, pur con irritazione. Stando alla testimonianza della vittima stessa, poco dopo la giovane è entrata in camera, dove ha assunto droga e quindi è iniziata la violenza durata ore, mentre un “buttafuori” impedisce l’accesso alla sua amica. Resta da chiarire la presenza di altri uomini nella stanza.

La festa intanto prosegue fino a tardi. E la seconda chiamata, all'1.30 di notte, arriva dal celebre ballerino, che già in passato aveva presentato denunce, così come altri vicini di casa, per disturbo della quiete pubblica. All'arrivo dei poliziotti, ormai, la ragazza è da ore in balia del 43enne. Ma di nuovo gli agenti non sanno nulla e, ricevuta da un domestico la rassicurazione che la festa è finita, se ne vanno.

Quella dell'11 ottobre non era la prima occasione in cui giovani donne venivano coinvolte in feste dell'imprenditore e drogate, secondo quanto ricostruito dalle indagini del pm Rosaria Stagnaro e del procuratore aggiunto Letizia Mannella. C'è una seconda denuncia da parte di una ragazza che ha detto di essere stata vittima di un episodio molto simile la scorsa estate. E una modella ha raccontato in esclusiva a Fanpage.it i suoi giorni a Ibiza, ospite in una villa affittata da Genovese. In particolare una serata in discoteca dove l’imprenditore avrebbe insistito per farla bere da una bottiglietta in cui era stata versata droga: “Minacciò di colpirmi in faccia perché ero l’unica a non essere drogata e non volevo bere da una bottiglia che aveva alterato”.

Dall'ordinanza con cui il gip ha convalidato l'arresto emerge un quadro di possibile serialità. Di certo a casa di Genovese c'era droga in abbondanza: cocaina, chetamina e MDMA su piatti a cui gli ospiti potevano servirsi liberamente.

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