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Funivia Stresa Mottarone, rimpatriate le salme delle vittime israeliane: domani i funerali

Sono ritornate in patria in Israele le salme di Amit Brian, la moglie Tal Peleg, il piccolo Tom di due anni e i suoi bisnonni, Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen, ovvero cinque delle 14 vittime rimaste uccise nella tragedia del Mottarone domenica scorsa. A dare l’ultimo saluto anche Aya Biran, la zia del piccolo Eitan di 5 anni, l’unico sopravvissuto della famiglia sopravvissuto alla tragedia.
A cura di Giorgia Venturini
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Amit Brian, la moglie Tal Peleg e il piccolo Tom
Amit Brian, la moglie Tal Peleg e il piccolo Tom

È decollato poco dopo le 13 da Malpensa l'aereo per Israele con le salme di Amit Brian, la moglie Tal Peleg, il piccolo Tom di due anni e i suoi bisnonni, Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen, ovvero cinque delle 14 vittime rimaste uccise nella tragedia del Mottarone domenica scorsa. Saranno infatti celebrati in Israele i funerali, in programma per domani. Oggi all'aeroporto internazionale di Milano l'ultimo saluto con i famigliari alla presenza anche dei rappresentati della comunità ebraica, compreso il segretario generale Alfonso Sassun, e delle forze dell'ordine italiane. A toccare per l'ultima volta le bare, avvolte nel tricolore e nella bandiera di Israele, prima che salissero sull'aereo, è stata Aya Biran, la zia anche del piccolo Eitan di 5 anni, l'unico sopravvissuto alla tragedia ora ricoverato all'ospedale di Torino.

È stata celebrata una piccola cerimonia prima del decollo

Prima del decollo è stata celebrata una breve cerimonia. Il presidente della Comunità ebraica di Milano ha raccontato l'incontro con il piccolo Amit quattro anni fa: "Invece oggi siamo qui a salutarti, non doveva andare così", riporta l'agenzia stampa Adnkronos. Alle parole del presidente si sono aggiunte quelle dell'ambasciatore di Israele in Italia Eydar Dror, il quale ha ringraziato le istituzioni italiane: "Grazie alla Regione Piemonte, alla Regione Lombardia, per la vicinanza, grazie alle forze dell'ordine e alle città di Torino, Milano e Roma, per il supporto". Infine, la preghiera del rabbino capo di Milano Alfonso Arbib. Ora il pensiero di tutti è rivolto verso l'unico sopravvissuto della famiglia Eitan che in queste ore è stato estubato e ha aperto gli occhi. Facendo così sperare in una sua ripresa.

Freno della funivia disattivato deliberamente

Il ritorno in patria delle salme arriva poche ore dopo le dichiarazioni dei tre indagati, in stato di fermo dalla scorsa notte – cioè il direttore del servizio Enrico Perocchio, il capo operativo Gabriele Tadini e il titolare della  società ‘Ferrovie del Mottarone' Luigi Nerini – in cui hanno ammesso che manomettere l'impianto frenante d'emergenza della funivia Stresa è stata una scelta assolutamente consapevole. A precisare tutto nel dettaglio, nel corso di una conferenza stampa, è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che ha specificato che "non si è trattato di una dimenticanza o di un'omissione occasionale. La scelta è stata presa per ovviare a inconvenienti tecnici, che si stavano verificando sulla linea, dovuti al malfunzionamento del sistema frenante d’emergenza".

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