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Covid 19

Focolaio Covid a Ronco (Brescia), chiusa un’intera scuola: a casa 110 bambini e venti maestre

Un’intera scuola di Ronco, frazione di Gussago (Brescia), è stata chiusa a causa di un numero elevato di contagi Covid registrati nella frazione e in particolare modo nell’istituto. Il primo cittadino, in accordo con Prefettura, Ats e direzione scolastica, ha disposto con un’ordinanza la chiusura della struttura fino al 28 febbraio.
A cura di Ilaria Quattrone
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Rimarrà chiusa fino al 28 febbraio la scuola primaria Don Milani di Ronco, frazione di Gussago, in provincia di Brescia. A stabilirlo è un'ordinanza del sindaco di Gussago, Giovanni Coccoli. In questi giorni infatti a Ronco, rispetto alle altre frazioni, sono stati rilevati un numero importante di casi di Covid soprattutto tra il personale e gli studenti dell'istituto.

Le lezioni riprenderanno l'1 marzo

Stando a quanto scritto dal primo cittadino sui social, le persone contagiate stanno tutte bene e sono in isolamento a casa perché asintomatiche. Nonostante questo però, dopo essersi accordato con l'Agenzia per la tutela della Salute, la Prefettura e la direzione scolastica, è stata disposta la chiusura della scuola per 14 giorni. Salvo imprevisti, le lezioni riprenderanno in presenza l'1 marzo: "La quarantena naturalmente vale solo per i soggetti indicati da Ats, non per tutti gli studenti o i loro famigliari e nemmeno per tutto il personale della scuola, ma dato che – scrive ancora Coccoli – si tratta di bambini, che è difficile contenere fra di loro, si è decisa la chiusura precauzionale".

A casa 110 studenti e venti tra maestre e personale

Già da giovedì per una classe era stato disposto l'isolamento. A questa poi se n'era aggiunta un'altra lunedì 15 febbraio. La scuola conta 110 bambini e una ventina tra maestre e altri dipendenti. Il primo cittadino, consapevole dei disagi che la Dad, potrebbe creare ha quindi messo a disposizione la propria pagina per segnalare problemi e necessità: "Come sindaco – ha inoltre aggiunto – mi auguro che parta velocemente la campagna vaccinale, le chiusure delle attività non fanno altro che procrastinare il problema, non lo risolvono, e anche se sono atti dovuti per la tutela della popolazione non è ciò che mi auspico per l'immediato futuro".

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