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Festa Inter in Piazza Duomo, nessun aumento dei contagi: “Più evidenti i rischi se si è al chiuso”

Dalla festa per lo scudetto dell’Inter sono passate due settimane e non c’è stato nessun aumento dei contagi. L’epidemiologo Cesare Cislaghi, in un’intervista al quotidiano “Il Corriere della Sera”, spiega che questo è un segnale positivo e che dimostra come “i rischi più evidenti siano al chiuso. Bisogna però aspettare ancora una settimana per essere certi che da quell’occasione non si sia innescata alcuna catena di contagio”.
A cura di Ilaria Quattrone
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La festa dell'Inter in Piazza Duomo a Milano non avrebbe causato nessun aumento dei contagi da Covid-19: a sostenerlo, in un'intervista al quotidiano "Il Corriere della Sera", è l'epidemiologo Cesare Cislaghi. L'ex docente della Statale ed ex presidente dell'Associazione italiana di epidemiologi ha infatti spiegato che al momento non c'è alcun segnale di incremento "ma non è detta l'ultima parola. Bisogna aspettare ancora una settimana per essere certi che da quell'occasione non si sia innescata alcuna catena di contagio".

Cislaghi: Sempre più evidente rischio contagio in luoghi chiusi

Dagli assembramenti in piazza Duomo sono infatti passate due settimane. Per Cislaghi, da questo "improvvisato esperimento scientifico" è emerso un elemento importante: "È sempre più evidenziato il rischio di contagio non solo legato al droplet, ma anche del virus in sospensione in ambienti chiusi". Questo conferma quindi la necessità di evitare i luoghi chiusi e di aumentare soprattutto l'aereazione degli ambienti: "Stando a queste evidenze, come politica di cautela, si giustifica – spiega ancora l'epidemiologo a CorSera – la distinzione tra ristoranti e piscine all’aperto o al chiuso".

Diminuisce la letalità in Lombardia

In questo momento la Lombardia sembrerebbe uscire dalla terza ondata: stando all'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, si è abbassato l'indice di contagio Rt, l'incidenza dei casi ogni centomila abitanti e anche il numero dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti di area no-critica: "Il segnale forse più positivo – continua il professore – è la diminuzione della letalità, dunque del numero di morti rispetto ai contagiati. Questo è l’effetto del fatto che la maggior parte dei più anziani è coperta dal vaccino".

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