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Fece saltare un palazzo e uccise il poliziotto Paolo Scrofani: ora è libero e minaccia di farlo ancora

Massimiliano Santoro uccise 21 anni fa il vicequestore Paolo Scrofani facendo saltare in aria il suo appartamento. Tornato libero nel 2012, l’ex muratore più volte ha detto: “Ho già ammazzato un poliziotto, non ci metto niente a rifarlo”.
A cura di Enrico Spaccini
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Paolo Scrofani (foto da Questura di Milano)
Paolo Scrofani (foto da Questura di Milano)

Il 28 giugno del 2002 il vicequestore di Milano, Paolo Scrofani, andò in via Giovanni da Cermenate insieme ad altri poliziotti per negoziare con un uomo. Era Massimiliano Santoro che, per resistere allo sfratto, si era barricato in un appartamento aprendo anche il gas. Ad un certo punto si accese una sigaretta: l'esplosione fu devastante e investì Scrofani uccidendolo. A più di 21 anni di distanza, l'ex muratore non manca di ricordare quanto accaduto quel giorno minacciando, anche per le dispute più banali, di farlo ancora una volta.

La disputa con gli operai di un cantiere

Santoro era stato condannato per omicidio a 16 anni e 2 mesi di reclusione. L'ex muratore, oggi 53enne e libero dal 2012, non ha mai risarcito i parenti della vittima e oggi abita nei pressi della stazione San Cristoforo. Alcuni giorni fa Santoro si era presentato in un cantiere vicino alla sua abitazione con fare minaccioso. "Ha due bottiglie con sé, ha detto che ci brucia il cantiere", hanno segnalato gli operai ai poliziotti arrivati dal commissariato Ticinese di via Tabacchi.

Come riportato da La Repubblica, tre settimane prima una recinzione metallica era finita, spostata dal vento, contro la Skoda Fabia proprio di Santoro. L'assicurazione aveva stimato danni per 800 euro, ma il 53enne pretendeva che gli venissero pagati in contanti: "Diceva che tanto lui aveva già ammazzato un poliziotto e che non gliene fregava niente di rifare lo stesso", raccontavano gli operai.

I poliziotti hanno, poi, recuperato due contenitori pieni di alcol nel cortile del condominio e hanno deciso di perquisire l'abitazione di Santoro. Nella sua cantina è stata trovata una tanica da dieci litri con dentro un litro e mezzo di benzina. L'ex muratore è ora indagato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Le minacce di Santoro

Il ricordo del vicequestore Scrofani è ancora vivo nella mente dei suoi vecchi colleghi e della comunità. A suo nome è stata intitolata la sala riunioni della Questura e, dal 2020, anche i giardinetti su cui si affaccia la palazzina dell'esplosione in cui ogni anno viene ricordato dai vertici di via Fatebenefratelli e dalle autorità milanesi.

Anche Santoro, però, non ha mai dimenticato Scrofani. A giugno dell'anno scorso, per esempio, si era presentato proprio in via Tabacchi urlando agli agenti: "Il vostro capo l'ho già ammazzato, non ci metto niente a rifarlo". Visti i toni usati dal 53enne, i polizotti in quell'occasione avevano deciso di portarlo in commissariato per parlarci. Lì Santoro aveva cambiato la sua versione: "Non lo volevo ammazzare", aveva dichiarato, "spesso l'ho ripetuto in giro, ma quel giorno mi ero solo acceso una sigaretta".

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