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Enore Saccò ucciso nel Pavese per un debito di 12mila euro, tre arrestati restano in carcere

Enore Saccò sarebbe stato ucciso per un debito di 12mila euro. Per questo motivo Omar Cosi, gestore del Clan dello Zarro, rimane in carcere per omicidio volontario e due suoi amici per incendio e distruzione di cadavere.
A cura di Enrico Spaccini
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Enore Saccò (foto da Facebook)
Enore Saccò (foto da Facebook)

Resta in carcere Omar Cosi, il 35enne gestore del bar Il Clan dello Zarro di Bressana Bottarone, nel Pavese, accusato dell'omicidio volontario di Enore Saccò. Il gip del Tribunale di Pavia, Luigi Riganti, ha confermato la custodia cautelare anche per Davide Del Bo e Sohal Nakbi per le ipotesi di reato di incendio e distruzione di cadavere, mentre risulta indagato a piede libero Antonio Berdicchia, che ha respinto ogni coinvolgimento. Cosi la sera del 12 febbraio scorso avrebbe provocato la morte del 75enne che gli aveva affittato il locale nella pizza del municipio e, aiutato dai due amici, avrebbe provato a disfarsi del cadavere rinvenuto il 15 febbraio tra le macerie della sua villetta di via Gramsci.

L'omicidio di Enore Saccò per un debito da 12mila euro

Durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto, Cosi ha raccontato la sua versione dei fatti davanti al gip. Il 35enne aveva con Saccò un conto da saldare di 12mila euro, proveniente dalla vendita della licenza del bar, e un affitto mensile da 500 euro. Il gestore del Clan dello Zarro ha detto che il giorno prima il 75enne si era presentato al locale minacciandolo che lo avrebbe sfrattato se non avesse saldato il suo debito.

La sera del 12 febbraio, Cosi sarebbe andato a casa di Saccò in via Gramsci per chiedere più tempo per pagare. Tra i due sarebbe partita una lite, nella quale il 35enne ha detto di aver colpito il pensionato con calci e pugni. Come riportato da La Provincia Pavese, Cosi avrebbe detto al gip: "È caduto all'indietro, inciampando in qualcosa, e ha battuto la testa. Ho provato a rianimarlo ma era morto".

La distruzione e l'occultamento di cadavere

Come ricostruito dalle indagini coordinate dalla pm Giuliana Rizza, Cosi avrebbe poi provato a caricare il corpo del 75enne sul suo furgone di cui aveva trovato le chiavi, senza però riuscirci. Con l'aiuto di due amici, secondo l'accusa il 26enne tunisino Sohal Nakbi e il 40enne Davide Del Bo, Cosi avrebbe dato fuoco alla villetta di Saccò con l'intento di distruggere il corpo e ogni prova dell'omicidio.

Il cadavere del 75enne è stato rinvenuto dai vigili del fuoco nella giornata del 15 febbraio dopo che le fiamme erano state spente e il furgone trovato a un chilometro di distanza con tracce di sangue. Gli investigatori sono risaliti a Cosi analizzando le telecamere di sorveglianza della zona di via Gramsci e lo hanno arrestato. Il 35enne ora è l'unico accusato di omicidio volontario, mentre per gli altri due l'ipotesi di reato è incendio e distruzione di cadavere.

È tornato in libertà, seppur ancora indagato, il quarto amico, Antonio Berdicchia. Il 30enne ha negato ogni coinvolgimento in questa storia, ammettendo di aver solo tenuto in casa alcuni sacchi di cui i tre amici volevano disfarsi, ma che gli ha riconsegnato pochi giorni più tardi.

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