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È morto Claes Oldenburg, l’artista che realizzò Ago Filo e Nodo in piazzale Cadorna

È morto all’età di 93 anni l’artista simbolo di una delle sculture più celebri di Milano, l’ago e il filo di piazzale Cadorna. Inaugurata nel 2000, l’opera è un omaggio alla laboriosità meneghina e alle linee della metropolitana.
A cura di Francesca Del Boca
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Nato in Svezia, naturalizzato americano. Forse anche un po' milanese, vista l'importanza che inconsapevolmente ha rivestito per gli abitanti di questa città. È morto l'artista simbolo di una delle opere d'arte più celebri Milano, l'ago e filo al centro di piazzale Cadorna.

La scena artistica internazionale dice addio a Claes Oldenburg, l'artista pop che ha disegnato uno scorcio centrale nella mappa visiva di Milano, ormai iconico per le migliaia di cittadini e i turisti che brulicano ogni giorno per la zona. Aveva 93 anni, e da tempo problemi di salute.

Maestro della pop art

Con Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Richard Hamilton e Robert Rauschenberg è stata una delle colonne della pop art, il suo maestro ironico. Immortali le sue sculture pop che ritraggono oggetti di utilizzo quotidiano: sotto le sue mani e il suo estro hamburger, gomme da cancellare, mollette per i panni e cartelli stradali sono diventati dei veri e propri totem del Novecento. "Sono per l'artista che sparisce e rispunta con un berretto da muratore a dipingere insegne e cartelloni", ha detto.

L'ago e il filo di Cadorna

Su molte guide inglesi, tutt'oggi la scultura è definita un landmark, un punto di riferimento. Crocevia per gli spostamenti di milioni di pendolari, sorge nel mezzo del luogo che lega la città al suo hinterland, al resto d'Italia, all'aeroporto di Malpensa e dunque al mondo. La ideò con la moglie olandese Coosje van Bruggen, su chiamata di Gae Aulenti: 18 metri di altezza, e 86 di lunghezza. 

La scultura simbolo è stata inaugurata nel 2000, ventidue anni fa, con un'idea precisa. Divisa in due parti ricongiunte idealmente nel sottosuolo, è un richiamo alla metropolitana meneghina anche nei colori: il filo, infatti, ha gli stessi colori identificativi delle tre linee milanesi presenti al tempo (ovvero pre linee M4 blu e M5 lilla). L'opera è anche un omaggio alla laboriosità milanese, con un occhio particolare verso il mondo della moda, che vede in Milano uno dei principali centri mondiali. Come dichiarato da Gae Aulenti, rappresenta infine una parafrasi del biscione presente sullo stemma della città di Milano.

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