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Deve fare 3 risonanze entro 72 ore, ma le prime date disponibili superano i 60 giorni di attesa

Il medico di base le aveva prescritto 3 risonanze magnetiche da fare entro 3 giorni. Le prime date che ha trovato, però, superavano i 60 giorni di attesa. Alla fine, ha dovuto rivolgersi ai vertici di Ats.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Stefania deve sottoporsi a tre risonanze magnetiche, tutte prescritte con urgenza massima, ovvero entro 72 ore. Quando telefona per prenotarle, però, le viene risposto che non c'è possibilità di farle entro i tempi richiesti. A quel punto inizia a scrivere mail, a telefonare agli Uffici relazioni con il pubblico, all'Asst Rhodense, mentre i dolori si fanno sempre più acuti. Dopo giorni di attesa e di tentativi vani, decide di contattare direttamente il Coordinamento Urp Ats di Milano mettendo in copia la trasmissione radiofonica 37e2 e il Comitato medici per Cerchiate e Pero: "Mi hanno chiamata il giorno dopo".

Vittorio Agnoletto, il professore, medico, attivista di Medicina democratica e conduttore di 37e2, ha contato in tutto 12 passaggi differenti tra telefonate, viaggi in ospedale e mail varie che la signora Stefania ha dovuto intraprendere per poter ottenere quello che le spetterebbe di diritto: farsi curare. "Una caccia al tesoro", ha commentato a Fanpage.it, "è una cosa incredibile, quando sentono che si sta muovendo la trasmissione risolvono tutto, un po' come il caso della colonscopia".

Tre risonanze in 72 ore

Tutto ha avuto inizio quando il medico di base le prescrive tre risonanze magnetiche da fare entro tre giorni. Ribadendo l'urgenza di quelle visite, Stefania contatta il Centro unico di prenotazione Lombardia dove, però, le viene detto che non c'è possibilità di effettuarle entro le 72 ore. Allora, scrive una mail all'Ufficio relazioni con il pubblico e all'Ufficio di pubblica tutela perché si prendessero in carico della sua situazione.

"Il giorno dopo ricevo due mail: una dall'Asst Rodense e una da Info Ospedalità", racconta Stefania, "mi informano che purtroppo una prestazione non la facevano e per le altre due mi sarei dovuta recare presso l'Asst di Garbagnate-Rho". Avrebbe potuto essere una soluzione, se non fosse che i dolori si facevano sempre più forti e che non riusciva quasi più a muoversi.

"Ho chiesto al mio medico di farmi tre ricette diverse con una priorità un pochino più lunga, così magari riuscivo anche a trovare in tre strutture la disponibilità di farle", continua la signora. Dopo alcune chiamate, le uniche disponibilità che trova sono per il 10 e l'11 maggio. Ben oltre non solo alle 72 ore, ma anche ai 60 giorni che il medico le aveva dato la seconda volta. E comunque la risonanza magnetica per il bacino non si riusciva a trovare.

Il tentativo al Nuovo Galeazzi e la mail ai vertici di Ats

Un giorno accompagna una parente Nuovo ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio. Poco dopo, l'Ats le telefona dicendo che proprio al Galeazzi sono disponibili tre posti e di conseguenza le può fare. "Provo subito, ma anche qui mi dicono che non c'è possibilità. Ho chiesto i tempi di attesa: si sono guardati in faccia e mi hanno detto che di posti a breve termine non ce n'erano".

Qui la decisione di rivolgersi ai vertici di Ats: "Ho scritto direttamente al Coordinamento Urp Ats di Milano mettendo in copia 37e2 e il Comitato medici di cui faccio parte, mi hanno chiamato il giorno dopo". Alla fine, Stefania è riuscita a fare tutte le sue visite, non certo entro le 72 ore prescritte, ma comunque prima di maggio. "Quello che non capisco è la mancanza di comunicazione che c'è tra di loro", ha commentato, "una priorità di 72 ore, che si vede che è una cosa urgente, non si riesce a trovare nulla. Non vedo perché mi devo appellare ai vertici per dire che ho bisogno di curarmi".

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