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Depressione, rabbia e insonnia: così il Covid ha influito sulla salute psicologica delle persone

Depressione, ansia, rabbia, alterazione del sonno e anche uso di sostanze. Sono questi i sintomi maggiormente diffusi tra le persone che sono venute a contatto col virus nelle quattro province della Lombardia maggiormente colpite dal Coroanvirus, ovvero Bergamo, Milano, Pavia e Lodi. La maggior parte di queste, ex pazienti, personale sanitario e parenti di vittime del Covid, ha deciso di rivolgersi a uno psicologo dopo aver iniziato a manifestare disturbi da stress post traumatico.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Depressione, ansia, rabbia, alterazione del sonno e anche uso di sostanze. Sono questi i sintomi maggiormente diffusi tra i pazienti che hanno deciso di rivolgersi a uno psicologo dopo aver iniziato a manifestare disturbi da stress post traumatico a causa del Covid. I dati sono lo specchio della popolazione lombarda, in particolare di quattro province, quelle di Bergamo, Milano, Pavia e Lodi che sono le più colpite dalla diffusione del virus e anche dalle sue conseguenze.

Si tratta purtroppo solo di una prima rilevazione, e dunque di dati parziali, fatta dagli psicologi di Fondazione Soleterre su un parterre di 728 colloqui effettuati dallo scorso giugno: tra questi ci sono ex persone positive al Covid, operatori sanitari impegnati nella prima linea, persone che hanno perso un familiare, persone che hanno perso il lavoro o la casa a causa della pandemia, donne che durante il lockdown hanno visto esplodere episodi di violenza domestica, oltre a circa 800 bambini e genitori alle prese con il rientro a scuola e le nuove regole scolastiche. Nello specifico il 33 per cento dei pazienti presi in carico dagli psicologi di Fondazione Soleterre manifesta disturbi da stress post traumatico in forma grave (31 per cento) e molto grave (2 per cento). Tra i sintomi trasversali più comuni si segnalano depressione (il 23 per cento in misura moderata e il 40 per cento in misura grave); ansia (il 37 per cento in misura moderata e il 32 per cento in misura grave); rabbia (il 25 per cento in misura moderata e il 23 per cento in misura grave); alterazioni del sonno (il 17 per cento in misura moderata e il 22 per cento in misura grave) e uso di sostanze (37 per cento in misura grave).

"L'emergenza di sanità pubblica internazionale che stiamo vivendo può avere effetti duraturi sulla psicologia delle persone. In questa pandemia la situazione psicologica è fortemente determinata dall’impatto del cambiamento del mondo esterno: perdita del lavoro con conseguente peggioramento delle condizioni di vita, lutti da elaborare per la perdita delle persone care e relazioni sentimentali, amicali e professionali in grande trasformazione – avverte Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre e psicologo nei reparti Covid-19 – si potrebbe ipotizzare, come inizia ad emergere in letteratura, una sindrome da stress Covid-19 caratterizzata da effetti duraturi del trauma relazionale che si riattiva ad ogni ondata in cui il virus riprende forza e trasforma radicalmente il mondo in cui tutti noi viviamo. Dai primi dati emersi un terzo dei pazienti mostra disturbi da stress post traumatico gravi o molto gravi che significa vivere con ricorrenti e involontari ricordi spiacevoli dell’evento traumatico, che spesso non lasciano dormire la notte, che agiscono come se l’evento traumatico si stesse ripresentando. Tali sintomi minacciano la concentrazione e attivano sensi di colpa che si dirigono su sé o sugli altri. Il tutto con un persistente stato emotivo negativo".

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