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Costringe un minore a commettere rapine per pagare i debiti di droga: arrestato pusher

Un pusher è finito in manette anche per aver costretto un minore a commettere rapine per pagarsi il debito di droga di oltre 12mila euro. L’arrestato costringeva il 17enne anche a consegnare droga per suo conto.
A cura di Giorgia Venturini
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Un debito di 12mila euro per l'acquisto di hashish e marijuana. Un saldo che però un ragazzo minorenne non riusciva più a pagare. Così il pusher lo ha costretto a commettere tre rapine a mano armata e fare da corriere di droga per ripagarsi tutto.

È quello che hanno scoperto le indagini dei carabinieri della Compagnia di Monza dopo che in manette era finito un 17enne per rapine a due supermercati e tabacchi nel Monzese.

Le rapine commesse per saldare il debito

In caserma poi il ragazzo aveva infatti confessato ai militari di essere stato costretto a compiere quei reati per la necessità di onorare il debito con il proprio fornitore: si era indebitato per pagare 2,5 kg di marijuana, sottrargli poco dopo. Poco dopo in manette è finito anche il pusher, un lissonese di origini rumene, a dire dell’arrestato spacciava da casa tramite applicazioni quali Telegram e WhatsApp con il nickname “dio”.

I messaggi scambiati sui social

A incastrare il pusher sono stati i suoi messaggi nella chat con il minore. Le conversazioni tra i due hanno dimostrato un fitto rapporto fra i due, caratterizzato da frequenti incontri finalizzati alla consegna di importanti quantitativi di droga, da qualche etto fino a oltre i due chili, che il diciasettenne rivendeva sia per conto proprio che per conto dell’indagato stesso. Nel secondo caso il minore faceva anche da corriere.

Le perquisizioni e l'arresto

L’indagato, già arrestato per fatti analoghi dai Carabinieri del N.O.R. di Monza lo scorso anno, nel corso della perquisizione era stato sorpreso in possesso di circa 300 grammi di hashish e marijuana, diverso materiale per il confezionamento e oltre 6mila euro in contanti.

I contanti, come ha riportato il giudice per le indagini preliminari, hanno "rivelato le dimensione dell’attività di spaccio svolta dall’indagato: è altresì sintomatico del fatto che lo stesso, privo di apparente stabile occupazione lavorativa, trae dall’attività delittuosa i (sostanziosi) proventi per il proprio sostentamento". Per il pusher quindi i carabinieri del N.O.R. di Monza hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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