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Coronavirus, cosa cambia in Lombardia con il coprifuoco dalle 23 alle 5 di mattina

A partire da giovedì 22 ottobre in Lombardia potrebbe scattare il coprifuoco dalle 23 alle 5 di mattina, chiesto dal governatore Attilio Fontana e dai sindaci. In caso di parere positivo da Roma, non si potrà uscire di casa nelle sei ore di chiusura, salvo per motivi di salute, lavoro e comprovata necessità. Prevista anche la chiusura dei centri commerciali nei weekend con l’eccezione dei negozi di generi alimentari.
A cura di Simone Gorla
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Se arriverà l'ok del governo alla richiesta dei sindaci e del governatore Attilio Fontana, a partire da giovedì 22 ottobre in Lombardia non si potrà più uscire di casa dalle 23 alle 5 di mattina, a meno di motivate emergenze.

Lombardia, in quali casi di potrà uscire tra le 23 e le 5

La misura richiesta dagli amministratori lombardi, che ha già ricevuto parere positivo dal ministro della Salute, Roberto Speranza, prevede un coprifuoco per sei ore notturne. Sarà possibile uscire solo per motivi di salute (con prescrizione medica o necessità di recarsi al pronto soccorso o in altri centri di primo soccorso), per motivi di lavoro (il permesso riguarda tutti coloro che iniziano o finiscono il turno nell'intervallo di tempo), motivi di comprovata necessità.

Centri commerciali chiusi nei weekend

Fontana e i sindaci hanno chiesto ufficialmente al governo anche di valutare la chiusura dei centri commerciali (media e piccola distribuzione) nelle giornate di sabato e di domenica. Dalla richiesta sarebbero esclusi i supermercati e comunque in generale i negozi di generi alimentari.

Fontana: Iniziativa simbolica importante

"Credo sia opportuno prendere un'iniziativa come questa che è simbolicamente molto importante", ha detto il presidente Fontana nella serata di lunedì 19 ottobre parlando in collegamento con Quarta Repubblica su Rete 4, aggiungendo altresì che tale decisione "non dovrebbe avere delle conseguenze di carattere economico particolarmente gravi che non lasciare che la situazione peggiori". Il numero uno della Regione Lombardia ha poi spiegato di aver "sempre sostenuto che l'Italia non si può permettere un lockdown", motivo per cui "dal punto di vista economico ma anche psicologico, dobbiamo evitarlo e dobbiamo trovare la strada migliore per evitarlo".

Interventi sulle grandi città "per evitare lockdown a Natale"

L'idea era già stata suggerita dal virologo Fabrizio Pregliasco che aveva invitato le istituzioni a ragionare su un coprifuoco nelle grandi città italiane "per evitare un lockdown a Natale". A Milano la situazione nelle ultime due settimane è peggiorata rapidamente. In provincia sono oltre mille i casi giornalieri, in città si è toccato il record di oltre settecento casi in città. Ats ha ammesso di non essere più in grado di tracciare i contagi e chiesto a chiunque abbia il sospetto di essere entrato in contatto con un positivo di chiudersi in casa.

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