Gliel'hanno detto i suoi e quelli contro di lui. Glielo sta dicendo l'elettorato e persino chi l'ha sempre seguito con fiducia: Matteo Salvini si deve sbrigare a trovare un candidato sindaco serio per le elezioni Comunali di Milano, perché il tempo limite è scaduto già da mesi. Il leader della Lega si scopre meno forte di quello che credeva, perché nel capoluogo lombardo non è mai stato capo della coalizione. Perché non puoi comandare se l'elettorato non ti ritiene suo leader.
La farsa per trovare il nome che sfidi Beppe Sala continua. Dopo gli innumerevoli annunci, i ritardi, le prese di tempo e le rinunce, il centrodestra è ancora punto e a capo. Nessun nome, solo la promessa che "la squadra è quasi completa". Prima doveva essere annunciata settimana scorsa, poi questa, ora sembra la prossima. L'elettorato del centrodestra però si sta stufando. Non capisce perché quelli che sono storicamente considerati maestri nel mettersi d'accordo e ridurre le criticità, specie sotto elezioni, si comportino come quanto recriminato da sempre ai rivali del centrosinistra. Nessuno è mai d'accordo, i ragionamenti proseguono. Intanto il tempo scorre e la figuraccia si amplia. Il comportamento della coalizione però non stranisce solo per il ruolo di Salvini, decisamente ridimensionato dal silenzio dei colleghi che prima ascoltano e poi lo bocciano, ma dagli altri partiti stessi, nessuno in grado di dare uno strappo e prendere una posizione di favore. Forse, al contrario di quanto lascino intendere alcune dichiarazioni, il centrodestra non è più così unito (uno dei partiti è all'opposizione di un Governo in cui fanno parte gli altri due). A salvare lo schieramento, la consapevolezza che una corsa da divorziati porterebbe a una disfatta. Molto meglio quindi continuare da separati in casa. Anche se quel "meglio" gli lima al ribasso la credibilità.
L'ultimo nome estratto da un cilindro ormai svuotato da Salvini è Andrea Farinet, che però pare prossimo alla rinuncia. Sotto allora con il dottor Bernardo, noto pediatra di Milano le cui doti da amministratore restano avvolte nel mistero. E in caso anche lui venisse bruciato, ecco due avvocati: Luigi Santa Maria e Alessandro Munari dello studio Munari-Cavani. I più non li conoscono, e se è vero quanto dice il candidato vice sindaco Albertini (perché il primo cittadino non lo vuole più fare), "è difficile vincere se non ti conosce nessuno". Di certo l'elettorato saprà riconoscere le colpe di quella che si profila essere una disfatta politica non programmata ma, stando ai comportamenti recenti, certamente cercata.