Chiuso il processo per revenge porn per Leonardo La Russa jr: dovrà risarcire la vittima con 25mila euro

Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato, pagherà 25mila euro alla ragazza che lo ha accusato di averla violentata nella notte tra il 18 e il 19 maggio 2023 a Milano. L'accusa di stupro era stata archiviata mentre era rimasta quella per revenge porn sia per lui che per l'amico dj, Tommaso Gilardoni. Entrambi infatti erano accusati di aver diffuso video intimi della giovane. La giudice del tribunale di Milano, Maria Beatrice Parati, ha dichiarato che, nel caso di La Russa jr, non si deve procedere per il reato di revenge porn mentre Gilardoni è stato condannato a un anno con pena sospesa e dovrà pagare un risarcimento di 7mila euro, a cui si aggiungono 4mila euro di spese processuali.
A luglio 2023, una ragazza ha denunciato di essere stata violentata a maggio a casa del figlio del presidente del Senato dopo una serata trascorsa nella discoteca Apophis, in zona San Babila. Aveva infatti affermato di essersi risvegliata nuda a casa del ragazzo senza ricordare cosa fosse successo: "Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua senza che io fossi nelle condizioni di poter scegliere cosa fare e ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con me, lui e l’amico, sempre a mia insaputa".
Ne era quindi nata un'indagine. Come scritto precedentemente, la giudice per le indagini preliminari Rossana Mongiarda, su richiesta della Procura, lo scorso 30 ottobre aveva archiviato l'accusa di stupro.
Per gli avvocati di La Russa jr, Adriano Bazzoni e Vinicio Nardo, ci sarebbe stato un "consenso esplicito" da parte della ragazza così come mostrato dalle immagini girate dai ragazzi quella notte. La Procura ha precisato che pur non avendo alcun rispetto per la donna, i due non se ne sarebbero comunque approfittati e non avrebbero percepito "la mancanza di una valida volontà" da parte della giovane che, quella sera, aveva assunto cocaina, cannabis e benzodiazepine oltre che alcol. Gi inquirenti avevano specificato che le immagini mostravano come vi fosse "la ragionevole traccia della percezione di una partecipazione consapevole da parte di una ragazza che conversa in maniera pertinente con gli indagati, si muove nella stanza in maniera autonoma".
Una tesi non condivisa per nulla dalla giovane che, dopo l'archiviazione dell'accusa di violenza sessuale, attraverso il suo avvocato Stefano Benvenuto, ha fatto sapere che la decisione è un atto contro la sua dignità e di aver dato mandato al legale "per la corte di Bruxelles". Ha inoltre aggiunto che è contraria "alla realtà dei fatti" e "alle intercettazioni e alle prove in mano" al suo difensore. L'avvocato aveva infatti portato anche una consulenza medica, che dimostra come la giovane non fosse in grado di esprimere consenso.
Era comunque rimasto aperto il filone sul revenge porn in merito a due episodi distinti: i due avevano infatti diffuso video di quella notte ovviamente senza il consenso della giovane. Si tratta delle stesse immagini che per la gip che ha archiviato per violenza sessuale, non mostrerebbero però "in maniera inequivoca una coercizione da parte degli indagati nello svolgimento dei rapporti sessuali" ma che erano state inoltrate via chat senza il consenso della vittima.
Durante l'ultima udienza, La Russa jr aveva presentato un'offerta di risarcimento di 25mila euro. Cifra che la donna aveva rifiutato: "Non è un'offerta congrua, c'è stata una lesione di un mio diritto costituzionale". Anche la Procura, nelle persone dell'Aggiunta Letizia Mannella e in quella della pubblico ministero Rosaria Stagnaro, ha sostenuto che la cifra non fosse congrua. Oggi, la decisione della giudice. La ragazza ha commentato di essere comunque contenta perché "è stato riconosciuto il fatto e il reato". Ha poi sostenuto che impugnerà "il provvedimento sulla congruità" del risarcimento offerto da La Russa jr. La giovane farà infatti appello contro la sentenza del gup e per il momento non prenderà i 25mila euro.