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Chiesta l’archiviazione per suicidio sulla morte del ginecologo Stefano Ansaldi: la famiglia si oppone

Si va verso l’archiviazione sul caso della morte del ginecologo Stefano Ansaldi: per gli inquirenti si tratterebbe di suicidio.
A cura di Giorgia Venturini
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La Procura di Milano ha chiesto al giudice per le indagini preliminari nell'udienza di oggi lunedì 18 settembre di archiviare le indagini sulla morte del ginecologo campano Stefano Ansaldi, trovato morto sgozzato il 19 dicembre del 2021 a pochi metri dalla stazione Centrale a Milano dove poco prima era arrivato con un treno da Napoli. Per gli inquirenti ormai non ci sarebbero dubbi: si tratta di suicidio. Non dello stesso parere invece la famiglia che continua a chiedere che le indagini vadano avanti.

Cosa è emerso dalle indagini della Procura

Fin da subito però non era stata tralasciata nessuna pista investigativa: per mesi e mesi i carabinieri e prima il pubblico ministero Adriano Scudieri poi la procuratrice aggiunta Laura Pedio e la pm Cecilia Vassena hanno cercato qualche prova che confermasse un possibile omicidio. Ma tutti gli indizi portavano a un dramma personale. Anche gli esperti medico legali avevano confermato che si trattava di un gesto volontario. La famiglia però, rappresentata dagli avvocati Luigi Sena e Francesco Cangiano, pensano che il 65enne sia stato ucciso aggredito alle spalle. Ma i passanti presenti in zona non hanno visto nessun uomo fuggire via e sul luogo non sono state trovate altre impronte.

I punti oscuri sulla morte del medico

Resta ancora un mistero perché la vittima si trovava a Milano. Era arrivato lo stesso giorno in treno da Napoli. Gli inquirenti hanno cercato di capire il medico avesse un appuntamento in città ma nulla lo ha accertato. Il medico è stato trovato con indosso guanti in lattice, vicino al corpo sono stati trovati un Rolex e la sua valigetta con alcuni oggetti personali ma non fondamentali per le indagini.

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