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Chi è Pietro Bisinella, ex segretario provinciale Pd di Brescia condannato per aver sottratto denaro a una onlus

È stato condannato a due anni di reclusione (con pena sospesa) l’ex segretario provinciale Pd di Brescia e sindaco di Leno Pietro Bisinella, accusato di essersi appropriato di 150mila euro dai conti della Fondazione Provinciale Bresciana per l’Assistenza Minorile Onlus.
A cura di Francesca Del Boca
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Ex segretario provinciale Pd di Brescia, sindaco di Leno per dieci anni. È stato condannato a due anni di reclusione (con pena sospesa) l'ex presidente della Fondazione Provinciale Bresciana per l'Assistenza Minorile Onlus Pietro Bisinella, accusato di essersi appropriato di oltre 150mila euro dai conti dell'ente. Il Tribunale ha comunque riconosciuto le attenuanti generiche, sottolineando la condotta collaborativa dell'imputato (che ha chiesto il patteggiamento), l'incensuratezza e il parziale risarcimento già versato.

Secondo quanto ricostruito, tra il novembre 2022 e il settembre 2023 Bisinella avrebbe infatti effettuato bonifici e prelievi di denaro dal conto corrente intestato alla Fondazione Provinciale Bresciana per l’Assistenza Minorile Onlus, attiva nell'assistenza e nel settore sociosanitario: l'uomo, classe 1965, avrebbe in questo modo dichiaratamente sottratto "per uso personale" (e quindi senza il consenso del consiglio di amministrazione) 150mila euro dal conto bancario della fondazione.

Di fronte alle richieste del Cda, così, aveva rassegnato ufficialmente le dimissioni da presidente e promesso la restituzione della somma sottoscrivendo alcune ipoteche. La presidente attuale della Fondazione, Tiziana Ippolito, ha recentemente confermato che la restituzione è avvenuta nei termini previsti, e che gli immobili ipotecati dall’ex presidente sono stati venduti per coprire il debito.

"Si è conclusa anche penalmente una vicenda per me molto dolorosa, che riguardava la Fondazione Provinciale Bresciana onlus", ha dichiarato oggi lo stesso Bisinelli. "Dal gennaio 2024 ho intrapreso un percorso di riabilitazione e cura, oggi sto bene e vivo una nuova vita. Sapevo che la sentenza avrebbe riaperto tale ferita e che si sarebbe prestata ancora ad inutili speculazioni politiche, ma non ho nulla da nascondere ne di cui vergognarmi", ha spiegato in un lungo post.

"Nella mia lunga carriera ho sempre onorato i doveri a cui sono stato chiamato. E anche in questo caso ho onorato i miei errori. Purtroppo il male di vivere colpisce e ha colpito anche chi come me, pensava di esserne immune. Ringrazio le forze dell'ordine che hanno svolto con dedizione il loro dovere, e i miei amici che mi sono sempre stati vicini. Finalmente ora la vicenda è chiusa e potrò tornare a vivere con più serenità".

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