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Chi è Daniel D’Alessandro “Bellebuono”, il 29enne che ha freddato l’ex capo ultrà Vittorio Boiocchi

Daniel D’Alessandro, ha 29 anni, è originario di Monza ed è accusato di essere l’uomo che ha esploso i due colpi di Luger 9×19 che il 29 ottobre 2022 hanno ucciso Vittorio Boiocchi, l’ex capo ultrà dell’Inter. Il 29enne avrebbe avuto un legame molto stretto con l’altro capo ultrà Marco Ferdico. Conosciuto soprattutto con il soprannome di Bellebuono, dopo l’omicidio Boiocchi, si sarebbe tatuato una lacrima, che sarebbe “sinonimo di chi uccide”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Si chiama Daniel D'Alessandro, ha 29 anni, è originario di Monza ed è accusato di essere l'uomo che ha esploso i due colpi di Luger 9×19 che il 29 ottobre 2022 hanno ucciso Vittorio Boiocchi, l'ex capo ultrà dell'Inter. Quell'arma sarebbe stata portata da Andrea Beretta, altro ex capo ultrà, in carcere perché accusato diversi reati tra cui l'omicidio di Antonio Bellocco, che oggi è un collaboratore di giustizia. È stato lui a consentire di poter ricostruire il delitto dello "Zio".

"La porto a Marco ed era presente Marco e Bellebuono", ha infatti detto Beretta ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano. Quando il pubblico ministero Paolo Storari avrebbe chiesto quale fosse il ruolo del 29enne, Beretta avrebbe risposto che "era il tuttofare di Marco diciamo Bellebuono, no?". Il 29enne, originario di Monza, avrebbe avuto quindi un legame molto stretto con l'altro capo ultrà Marco Ferdico.

Il riferimento a Gomorra e il tatoo apparso dopo l'omicidio di Boiocchi

Ma chi Daniel D'Alessandro? Il 29enne è conosciuto soprattutto con il soprannome di Bellebuono, che potrebbe essere un riferimento alla serie televisiva Gomorra. Bellebuono era infatti un fedelissimo di Sangue Blu. Fedelissimo di Ferdico, è stato poi convolto negli scontri tra tifosi dell'Inter e della Juventus avvenuti il 5 febbraio 2024 durante i quali avrebbe infatti subito una ferita causata da una bottigliata.

Non mancano poi i riferimenti alla malavita: dal tatuaggio sulla tempia destra (un 17 per omaggiare Emanuele Sibillo, capo della paranza dei bambini ucciso nel 2015 a Forcella) o la lacrima, apparsa dopo l'omicidio di Boiocchi, che lo stesso Beretta spiega essere "sinonimo di chi uccide, no?". Un tatuaggio che, sempre secondo Beretta, gli avrebbe fatto capire che era successo qualcosa: "Che avevano cambiato i piani, e a fare fuoco è stato Bellebuono".

L'omicidio Boiocchi e l'estradizione dalla Bulgaria

L'esecutore sarebbe infatti dovuto essere il suocero di Ferdico, che la notte dell'omicidio era in sella allo scooter con Bellebuono. Durante il tragitto verso il luogo del delitto, sarebbero caduti con la moto. L'incidente quindi avrebbe portato a un cambio di ruoli. Alcuni giorni dopo l'omicidio, il 29enne avrebbe ricevuto 15mila euro da Gianfranco Ferdico e cioè parte della somma di 50mila euro che sarebbe stata pagata da Beretta per l'esecuzione del delitto.

Nella giornata di venerdì 23 maggio 2025, gli investigatori della squadra mobile di Milano lo hanno rintracciato a Sveti Vlas, in Bulgaria. Si sarebbe nascosto lì per un mese: sarebbe stato attento ai suoi spostamenti e ai contatti con i familiari. Attualmente è in attesa di essere estradato. Una volta fatto, si presenterà davanti al giudice per le indagini preliminari per essere interrogato.

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