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Chi è Claudio Ghezzi, l’alpinista morto sulla sua Grigna per aiutare un’amica

Chi è Claudio Ghezzi, il “re della Grigna” morto sulla sua montagna. Le imprese da record, i salvataggi e le scalate internazionali tra Bolivia e Tibet.
A cura di Francesca Del Boca
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Si era arrampicato su quella montagna per quasi seimila volte, dal 1975 a oggi: era lui, "il Re della Grigna" originario di Missaglia, a detenere il record assoluto. Ieri è stata l'ultima salita. Claudio Ghezzi, l'alpinista che ieri è morto per aiutare un'amica, in vetta non è più tornato. "Scendo ad aiutare un’amica. È con i figli piccoli e la salita è impegnativa. Ci vediamo dopo". Queste le ultime parole prima di lasciare il rifugio Brioschi, 2.403 metri di quota sulla più nota delle cime lecchesi, che proprio in quei giorni stava preparando la festa per i 70 anni dell'alpinista. Era prevista per il 4 luglio.

Il soccorso a una famiglia in difficoltà

È successo domenica, intorno all’ora di pranzo. L’alpinista era arrivato in vetta alcune ore prima, come era solito fare quasi tutti i giorni. Poi la telefonata dell’amica che stava arrivando dal rifugio Bietti e doveva affrontare un tratto attrezzato con le catene, la ferrata al Sasso dei Carbonari. Claudio Ghezzi è sceso per andarle incontro, e si è messo a risalire su quella strada che ha percorso migliaia di volte. Forse è stata una roccia instabile, o forse il terreno, ma Claudio all'improvviso scivola e precipita nel vuoto. In volo da Como si alza l’elicottero di Areu, e da terra partono alcune squadre del Soccorso Alpino. Che però non possono far altro che constatarne il decesso: troppo forte l'impatto con il suolo. Nel frattempo, la donna e le persone che si trovavano sulla ferrata vengono accompagnate a valle. Claudio è morto, morto sulla sua montagna.

Dalla Grigna al Tibet

Claudio Ghezzi era un uomo di montagna, innamorato dell'aria in alta quota e delle vette. Non solo la sua Grigna. Uno scalatore esperto che aveva girato le cime che toccano il cielo tra Bolivia, Nepal, Pakistan, Cina, Tibet, Perù, Cile. L'anno scorso, a 68 anni, era partito a piedi dalla sua abitazione di Missaglia per raggiungere la vetta: 85 chilometri di strada e 5mila metri di dislivello tra andata e ritorno, in sole sette ore. Prima ancora, nel 2019, aveva salvato un 29enne rimasto bloccato sul Grignone senza ramponi, lanciando l'allarme e guidando i soccorsi.

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