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Cerca i parenti del donatore che salvò suo padre 28 anni fa: “Voglio ringraziarli, per me sono una famiglia”

Una donna vuole trovare l’identità del donatore che 28 anni fa ha salvato la vita a suo padre. Il suo obiettivo è quello di trovare la famiglia.
A cura di Vittoria Brighenti
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Da 28 anni il suo più grande desiderio è quello di conoscere l’identità della persona che ha regalato la vita a suo padre. Ilaria (nome di fantasia) ha raccontato alla redazione di Fanpage.it la sua storia: suo papà ha subito un trapianto di fegato nel 1997 presso l'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Hanno qualche informazione, ma poche certezze e tanta voglia di conoscere il donatore.

La storia

Ilaria inizia così: “Da diversi anni mio papà aveva un problema al fegato e pensavamo non ci fosse niente da fare. Il giorno in cui è arrivata la fatidica chiamata, mi dissero di aver trovato un organo e di portare mio padre il prima possibile in ospedale. Abitiamo a Napoli, ma aspettavamo quella chiamata da troppo tempo. Ero emozionatissima, ho chiamato i miei genitori e siamo andati immediatamente lì”.

Toccata dal ricordo di quella notte, Ilaria continua: “mio papà è entrato in sala operatoria come se stesse andando a fare una passeggiata, era contentissimo, per lui quello non era vivere, il trapianto invece era una speranza in più. L’intervento è durato tutta la notte, quella tra il 28 e il 29 luglio 1997 e noi siamo rimasti lì con l’angoscia e la paura. Abbiamo persino visto il momento in cui trasportavano l’organo all’interno di borse frigo. Successivamente papà è stato portato in terapia intensiva e abbiamo potuto guardarlo solo dal vetro. Il giorno seguente siamo tornati di sera e un’infermiera, vedendoci dietro il vetro, gli ha passato il citofono. Potendo comunicare con lui abbiamo capito che poteva stare sveglio”.

È questo il momento in cui hanno avuto qualche informazione in più sul donatore: “Mio papà ha raccontato che il donatore era una ragazza di 23 anni, morta in Sardegna in un incidente stradale in moto con il fidanzato”. 

Nonostante l'emozione, Ilaria, che risiede a Milano, e la sua famiglia hanno da subito saputo che, per la legge italiana, non sarebbero mai potuti essere messi in contatto diretto con il donatore. Ilaria si dice comprensiva e aggiunge: “Mi rendo conto che ci possano essere poi degli attaccamenti morbosi, inoltre ci hanno spiegato che alcune persone si potrebbero sentire in colpa nel pensare che sono vive grazie alla morte di un'altra persona, e questa cosa la rispetto. Ma con mio papà non siamo sicuri che quelle informazioni fossero esatte, perché quando ci ha parlato della ragazza era sotto anestesia. Per questo non possiamo mettere la mano sul fuoco. L’ospedale non ci ha dato nessun’altra informazione”.

Adesso sono passati 28 anni, il padre ne compirà 80 a novembre, è diventato nonno di due bimbi, ma Ilaria da quel giorno vive con il desiderio di conoscere la famiglia del donatore: Sento come se fossimo una grande famiglia allargata che non ho avuto la possibilità di conoscere. Vorrei ringraziarli per tutto, per aver permesso a mio padre di vivere, e allo stesso tempo vorrei andare sulla tomba di questa persona. Vorrei che sapessero che con il loro gesto hanno regalato tanti anni di vita al mio papà”.

La redazione di Fanpage.it ha ascoltato la storia e invita alla massima divulgazione dell’articolo per aiutare Ilaria a trovare il donatore che ha salvato la vita a suo papà.

Se volete rispondere all'appello o raccontare una storia simile, potete scrivere a Fanpage.it cliccando qui.

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