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Inchiesta sull’urbanistica a Milano

Caso Pirellino, per il pm Tancredi e Catella devono stare ai domiciliari anche per induzione indebita

Il pm ha chiesto di impugnare l’ordinanza del gip sul “caso Pirellino” nell’ambito dell’inchiesta urbanistica. In particolare, come emerge dalle carte che Fanpage.it ha potuto visionare, l’appello chiede gli arresti domiciliari per Tancredi e Catella anche per il reato di induzione indebita.
A cura di Giulia Ghirardi
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foto di Claudio Furlan/La Presse
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Nell'ambito dell'inchiesta urbanistica milanese il pubblico ministero ha chiesto di impugnare l'ordinanza del gip relativa al "caso Pirellino". Come emerge dalle carte che Fanpage.it ha potuto visionare, l'appello del magistrato si focalizza sul reato di induzione indebita contestato a Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Stefano Boeri e Giuseppe Marinoni.

L'accusa, definita nel "Capo G dell'imputazione provvisoria", sostiene che Giancarlo Tancredi, in qualità di assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, abbia al tempo "abusato dei suoi poteri" per interferire nelle valutazioni della Commissione per il Paesaggio. Su richiesta di Catella e Boeri, che avrebbero minacciato la "rottura delle relazioni" in caso di mancata approvazione, Tancredi avrebbe, infatti, fatto pressioni su Giuseppe Marinoni, allora presidente della Commissione, affinché esprimesse un parere favorevole sul progetto "P39-Pirellino e Torre botanica", indispensabile per ottenere le autorizzazioni edilizie necessarie.

Tuttavia, il gip non ha ravvisato "i gravi indizi di reato per il Capo G" dal momento che, secondo lui, mancava l'elemento costitutivo di un effettivo "vantaggio" per Marinoni. Secondo il giudice, infatti, l'ex presidente della Commissione avrebbe avvallato la richiesta di Tancredi non tanto per ottenere un profitto, ma "semplicemente in quanto indegno a ricoprire un incarico pubblico" e in "debito di riconoscenza" verso l'assessore che lo aveva nominato.

Nell'appello il pm contesta proprio tale interpretazione, facendo riferimento alla giurisprudenza delle Sezioni Unite della Cassazione che sottolinea come l'induzione indebita si configuri quando "il soggetto passivo cede alle richieste non per costrizione", ma perché "convinto" della convenienza a farlo. Dunque, secondo il pm, l'interesse di Marinoni risiedeva nella "evidente convenienza di non compromettere le relazioni con il livello politico che gli avevano garantito la posizione di potere che ricopriva". A testimonianza di ciò, il pm cita una chat in cui Tancredi raccomandava a Marinoni di esprimere un parere positivo per evitare "attacchi" da parte di Catella e Boeri.

Per tutti questi motivi, il magistrato ha quindi chiesto al tribunale del Riesame di "riformare l'ordinanza del gip" e di applicare "anche per il Capo G" la misura degli arresti domiciliari a Tancredi e Catella.

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