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Caso mense a Lodi, il Comune perde anche l’appello: “Condotta discriminatoria”

Seconda sconfitta per il comune di Lodi dopo che la Corte d’appello di Milano ha rigettato l’appello presentato dal comune di Lodi sul cosiddetto “caso mense” confermando la sentenza del 13 dicembre 2018 che riteneva ‘discriminatoria’ la condotta della giunta guidata dal sindaco leghista Sara Casanova. Il Comune non aveva accettato la sentenza di primo grado ricorrendo così in Appello.
A cura di Chiara Ammendola
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Nuova sconfitta per il comune di Lodi nel cosiddetto "caso mense" dopo la sentenza del 13 dicembre 2018 secondo cui era ‘discriminatorio' chiedere alle famiglie straniere, per ottenere sconti sui servizi scolastici in base al reddito, certificazioni di beni che i paesi d'origine non erano in grado di rilasciare rispetto alla sola Isee chiesta agli italiani. La Corte d'appello di Milano ha infatti rigettato l'appello presentato dal Comune di Lodi confermando così sentenza di due anni fa. La giunta guidata da Sara Casanova sarà obbligata anche a pagare le spese processuali pari a 7.500 euro.

Il coordinamento Uguali Doveri: Grande soddisfazione e felicità

"C'è grande soddisfazione e felicità – il commento di Stefano Caserini, consigliere della lista 110&Lodi, e facente parte di Uguali Doveri – la lettura della sentenza dimostra che il ricorso era infondato, che la discriminazione era diretta e non esistevano le basi normative per le discrimazione prevista dal regolamento". Uguali Doveri è il coordinamento aveva raccolto fondi per i bambini eslcusi dalla mensa, poi utilizzati anche per le cause e per promuovere progetti di integrazione. Secondo quanto riportato dalla Corte d’Appello nelle motivazioni della sentenza "la differenziazione introdotta dal regolamento comunale in punto di documentazione su redditi/beni posseduti (o non posseduti ) all’estero costituisce una discriminazione diretta nei confronti dei cittadini di Stati extra UE per ragioni di nazionalità perché di fatto, attraverso i gravosi oneri documentali aggiuntivi richiesti, rende loro difficoltoso concorrere all’accesso alle prestazioni sociali agevolate, così precludendo ai predetti il pieno sviluppo della loro persona e l'integrazione nella comunità di accoglienza".

Il comune di Lodi dovrà pagare anche le spese processuali

Il caso era scoppiato all'inizio dell'anno scolastico con l'introduzione di un nuovo regolamento sull'accesso ai servizi accessori della scuola a tariffe agevolate approvato dalla giunta comunale di Lodi, guidata dalla sindaca leghista Sara Casanova. Il Comune aveva chiesto alle famiglie in cui anche un solo membro fosse extracomunitario, di presentare un certificato Isee dei loro Paesi d'origine affinché potessero dimostrare di avere un reddito tale da poter usufruire dei servizi scolastici, come gli scuolabus o la mensa appunto, gratuitamente o a tariffe agevolate. In molti dei Paesi d'origine delle famiglie dei bimbi, però, non è così facile ottenere un certificato del genere: per questo oltre 130 bambini erano stati costretti a non poter accedere alla mensa come i loro compagni.

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