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Caso Bozzoli: riaperta l’inchiesta sulla morte dell’operaio Ghirardini, ucciso dal cianuro

Il giudice per le indagini preliminari di Brescia ha deciso di non archiviare l’inchiesta sulla morte di Beppe Ghirardini, disponendo ulteriori indagini. Ghirardini è stato uno degli ultimi a vedere in vita l’imprenditore Mario Bozzoli, scomparso nel nulla l’8 ottobre del 2015. L’uomo, che era dipendente di Bozzoli nella fonderia di Marcheno, nel Bresciano, venne trovato morto dieci giorni dopo la scomparsa dell’imprenditore, per la cui morte è stato rinviato a giudizio uno dei nipoti.
A cura di Francesco Loiacono
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Beppe Ghirardini, operaio trovato morto tra i boschi di Ponte di Legno, nel Bresciano, il 18 ottobre del 2015, è stato ucciso dal cianuro. Ma se si sia trattato di un suicidio, di un suicidio "indotto" da qualcun altro oppure di un omicidio non è ancora chiaro. Ed è per questo che il giudice per le indagini preliminari di Brescia ha deciso di disporre ulteriori indagini sulla sua morte, che potrebbe essere strettamente collegata a quella dell'imprenditore Mario Bozzoli, per cui il nipote Giacomo è stato rinviato a giudizio con le accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere.

Ghirardini è stato uno degli ultimi a vedere in vita Mario Bozzoli

Ghirardini era infatti un dipendente di Bozzoli nella fonderia che l'imprenditore gestiva assieme al fratello a Marcheno, nel Bresciano. Sarebbe stato uno degli ultimi a vedere in vita il suo titolare, scomparso la sera dell'8 ottobre 2015 e mai più ritrovato. Dopo dieci giorni dalla scomparsa di Mario Bozzoli, si verificò la misteriosa morte di Ghirardini: doveva essere interrogato dagli inquirenti come persona informata sui fatti, ma non si presentò mai al colloquio e andò incontro alla morte.

La procura aveva chiesto l'archiviazione: la famiglia di Ghirardini si è opposta

Le sorelle dell'operaio non hanno mai creduto all'ipotesi del suicidio: la procura di Brescia, che indagava per istigazione al suicidio, aveva chiesto l'archiviazione dell'inchiesta. Ma il gip, forse anche alla luce degli sviluppi del caso Bozzoli, ha accolto la richiesta dei legali della famiglia Ghirardini disponendo ulteriori indagini sulla morte dell'operaio. Restano infatti alcuni aspetti da chiarire: come l'operaio si sarebbe procurato la capsula di cianuro, non in commercio, trovata nel suo stomaco. E infine a cosa si riferiva un altro operaio della fonderia di Marcheno (che nel frattempo è stata chiusa), che intercettato nell'ambito dell'inchiesta sulla scomparsa (da cui è stato prosciolto) affermava: "Se Beppe racconta qualcosa di sbagliato siamo nei casini". Cosa ha visto Ghirardini nella fonderia quell'8 ottobre 2015? E cosa è successo nelle sue ultime ore di vita? Sono domande alle quali la famiglia dell'operaio spera di avere risposte a ormai oltre cinque anni dalla sua morte.          

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