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Alberto Genovese arrestato per stupro

Caso Alberto Genovese, l’ex fidanzata: “Speravo in un futuro con lui, volevo farlo uscire dalla droga”

Durante l’udienza che si è svolta ieri a Milano, l’ex fidanzata di Alberto Genovese – anche lei a processo per violenza sessuale di gruppo – ha sostenuto che sperava di aver un futuro con lui, di aver accettato di far sesso a tre solo per compiacerlo e che voleva farlo uscire dalle droghe.
A cura di Ilaria Quattrone
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"È molto provata da questa vicenda": a dirlo a Fanpage.it è l'avvocato Gianmaria Palminteri, legale dell'ex fidanzata di Alberto Genovese, l'imprenditore finito al centro di un'inchiesta per aver drogato e abusato di due ragazze. La 26enne è accusata di violenza sessuale di gruppo ed era presente all'udienza che ieri, lunedì 27 giugno, si è svolta al Tribunale di Milano.

L'ex fidanzata: Volevo compiacerlo

La ragazza ha reso delle dichiarazioni spontanee e ha raccontato di essere stata innamorata dell'ex imprenditore, di aver creduto di avere potuto avere un futuro con lui e di aver provato a farlo uscire dal tunnel delle droghe. Ha inoltre sostenuto di essersi lasciata coinvolgere in rapporti di sesso a tre perché, anche se non le piacevano, voleva compiacerlo. Delle dichiarazioni molto difficili e che arrivano, come spiega il legale, "in un momento molto delicato della vicenda processuale. Siamo in attesa di capire se la pubblica accusa ha recepito la posizione della mia assistita".

L'avvocato: Molto provata da questa vicenda

La 26enne si è detta, così molto provata da questa vicenda "già solo per il fatto di essere destinataria di una contestazione di violenza sessuale di gruppo. È provata per il momento processuale ed è provata da un punto di vista umano per come è naufragata la loro storia". La prossima udienza è prevista per il 7 luglio mentre la sentenza dovrebbe arrivare a settembre.

L'interrogatorio di Alberto Genovese

Alberto Genovese si è fatto interrogare dai suoi legali, dai pubblici ministeri, dalla giudice e dall'avvocato difensore della 18enne. Durante l'udienza, la linea difensiva che è emersa è che la droga e la sindrome di Asperger avrebbero ridotto la sua capacità di intendere e di volere. Durante l'interrogatorio, l'uomo avrebbe detto di essersi reso conto di quanto perpetrato nei confronti della 18enne solo dopo essere uscito dalla dipendenza della droga e aver visionato i filmati.

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